Ok, sbagliamo noi a parlare di malafede. Ma è l’atteggiamento bianconero che provoca sdegno e fastidio

Magari ci siamo sbagliati tutti. Nel dubbio, speriamo davvero sia così: anche a cavallo tra gli anni ’90 e i primi del nuovo secolo, credevamo che in fondo si trattasse solo di un problema di sudditanza psicologica. E invece si barattavano salvezze e retrocessioni, scudetti e regali, minacce e pressioni psicofisiche. In una parola: calciopoli. Oggi quello spettro è lontano, eppure le polemiche, e i dubbi, sono uguali. Speriamo veramente di sbagliare: se tra qualche anno si scoprisse che il calcio italiano è ancora vittima di un sistema deviato, sarebbe il colpo definitivo e mortale.

Allora diamo per buono che a sbagliare siamo noi. Che non esistono complotti e che magari gli arbitri si fanno condizionare solo da questa famigerata “sudditanza”. Bene, brava la Juve a violare il San Paolo, appuntamento alla prossima. Ma il fastidio resta comunque: è l’atteggiamento del club bianconero che non piace e non può essere tollerato. La risposta di Allegri ad una domanda in conferenza stampa, seppur provocatoria, non è accettabile. Così come quella di Bonucci in mixed zone: entrambi, se davvero si professa lo stile Juve, avrebbero fatto meglio a soprassedere e a non rispondere; era nei loro diritti. Nicchi parla di “incitazione alla violenza”, da parte di De Laurentiis. Che aveva chiesto, come fatto già in passato da tanti suoi colleghi, uno stop per l’arbitro che aveva sbagliato. Indagherà la procura federale, ci piacerebbe se lo facesse anche sulla risposta data dal difensore della Juve: “La differenza è che noi siamo in Champions, voi in Europa League”. Provocatoria, ben oltre l’affermazione del presidente azzurro. In un’intervista a Il Mattino, Beppe Bruscolotti ha detto una cosa che deve far riflettere: “Quando giocavamo noi, non potevamo parlare con gli arbitri, pena l’ammonizione o l’espulsione. Mentre ai calciatori della Juve era permesso di dire tutto”. Ecco, è questo l’atteggiamento che provoca sdegno, fastidio, che alimenta focolari di polemiche e dubbi.

Il calcio è un centro di potere, e le società, più sono forti, più ne hanno. Mario Sconcerti, dall’alto della sua esperienza, ha detto che “la Juventus subisce meno torti perchè è una società potente”. E’ questo il nodo gordiano della vicenda. Che andrebbe rescisso con un taglio netto. Succederà mai?

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