C’è Napoli-Juve, l’essenza del calcio si mescola allo struggente ricordo

Non è, non sarà mai una sfida qualsiasi. Napoli-Juventus nell’immaginario collettivo, all’ombra del Vesuvio, ha sempre rappresentato qualcosa in più.

“C’era la sensazione che il Sud non potesse battere il Nord. Giocammo contro la Juve a Torino e ne facemmo sei. Sai cosa significa quando una squadra del Sud ne fa sei alla squadra dell’Avvocato Agnelli?”. Nelle parole di Diego Armando Maradona nel celebre Maradona by Kusturica del 2008 c’è tutto il fragore, tutto il sentimento trascinante che in riva al Golfo avvolge una partita che va ben oltre i canonici minuti di gara, un indescrivibile momento collettivo che porta in dote emozioni sempre diverse, mai banali, mai ripetibili.

Napoli-Juve era tutto questo, lo è, lo sarà sempre. Lo rappresentava quando la storia azzurra era ancora un’incompiuta, ma in seguito vittorie, epoche d’oro, tonfi, fallimenti, ardue risalite non hanno spostato di un centimetro il densissimo significato di una partita che contiene l’essenza stessa del calcio. Il presidente Aurelio De Laurentiis sulle colonne di Repubblica l’ha definito come il nuovo derby d’Italia, riproponendo, comprendendo a chiare lettere quanto fin qui affermato. Del resto il patron azzurro in questi 10 anni di sfide con i bianconeri ne ha vissute diverse, dallo splendido trionfo estivo in Coppa Italia al San Paolo nel 2006 alla vittoria sei anni dopo all’Olimpico, il primo titolo della sua avventura azzurra. Dall’incredibile rimonta a Torino nel 2009 alla magica serata di Doha. Nel mezzo vittorie e sconfitte, match sempre e comunque da prima pagina.

La sfida di domani non fa eccezione, anzi, ha il sapore particolare di una rivincita a nemmeno un mese di distanza. La sfida di Supercoppa ha lasciato strascichi palesi, scorti nelle prestazioni di Napoli e Juventus nel turno della Befana. Vincere aiuta a vincere, e le scorie della rocambolesca sconfitta patita ai danni degli azzurri stanno tutte nella seconda frazione di gara dei bianconeri contro l’Inter, gli azzurri dal canto loro viaggiano sulle ali di un doveroso entusiasmo. Una sfida di fondamentale importanza per consolidare il ruolo da favoriti per il terzo posto e chissà, cercare di coltivare, passo dopo passo, ambizioni anche maggiori.

Ma Napoli-Juve non si limiterà a questi aspetti, chiuderà una settimana in cui tutto il popolo partenopeo ha dovuto dare l’ultimo saluto ad un’icona della Napoli che riesce ad esternare se stessa senza alcuna forzatura. Un immenso artista che ha cantato, raccontato questa città, che ha accompagnato intere generazioni lasciando, con il suo improvviso addio, quella sensazione di perdita, quello sconforto che attanaglia quando a lasciarti è uno di famiglia. Pino Daniele era tutto questo ed anche di più. Napoli-Juventus darà l’occasione, dopo l’incredibile, e doveroso, bagno di folla che ha riempito in due giorni Piazza del Plebiscito di centinaia di migliaia di persone, di salutare ancora, a modo tutto nostro, un genio, un musicista ed autore infinito, un pezzo di Napoli che se ne va. Al San Paolo, dove la napoletanità tracima per davvero, come da allusione di un noto giornalista, esplode ma nella sua spontaneità, nella sua schiettezza, in quella simbiosi totale che Pino Daniele conosceva bene, in cui si riconosceva pienamente. Del resto, ai posteri resteranno sempre quelle parole, proprio a Fuorigrotta in occasione della vittoria del primo scudetto ai danni, neanche a farlo a posta, della Juventus: “Non è solo una vittoria sportiva, ma è la vittoria di un popolo. Di un popolo e del Sud che si fa valere”. E allora si alzi il sipario, per Pino, per lo sport, che sia Napoli-Juve.

Edoardo Brancaccio

 

Home » Notizie Napoli Calcio » Editoriale » C'è Napoli-Juve, l'essenza del calcio si mescola allo struggente ricordo

Impostazioni privacy