Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio CRC.
Tutta la soddisfazione di Aurelio De Laurentiis per la vittoria del quarto Scudetto del suo Napoli. E non potrebbe essere altrimenti per il numero uno azzurro, che ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio CRC.
De Laurentiis parla a Radio CRC: l’intervista
Queste le parole del numero partenopeo ai microfoni di Radio CRC:
“Un plauso va anche al nostro prefetto. Alla fine è arrivato a oltre 50 maxischermi, così ha dato la possibilità di poter assistere a questa festa senza problemi. È una vittoria anche per il calcio italiano”.

“Il Bus scoperto era una richiesta già del precedente Scudetto: lo facemmo già in occasione, per esempio, della promozione in Serie A. Non c’è niente da fare: è quello che appassiona di più i napoletani. Gioiamo, ma sempre in grande sicurezza: la salute è la maggiore ricchezza e va protetta”
“Stamattina il primo regalo è stato di mia figlia Valentina, mi ha regalato la maglia con la scritta Campioni d’Italia. Adesso me la metto, vado a Ischia con il mio giubbotto nero di Armani e sotto la maglia (ride, ndr)”
“Mi pare che già un mese fa, quando non parlavamo di Scudetto, ho subito azionato il rinnovo con Radio CRC perché sono consapevole che siete stati all’altezza”
“Come posso essere sazio io? Io per quarant’anni con 400 film non ho mai avuto un non successo. Sempre con successo e anche battendo film americani e stranieri. Io sono sempre affamato, mia moglie si incavola per il cibo. Il cibo trasmette amore ed è una continua primizia, la cosa divertente non è creare la noia. Champions? Non posso promettere nulla perché non sono un venditore di tappeti e non devo polvere a nessuno. Dobbiamo sapere che il Napoli c’è, è forte e crescerà sempre di più. Ora abbiamo due problemi: stadio e centro sportivo, sono due tasselli che porteranno fatica, denari e investimenti. Dobbiamo iniziare a settembre con il centro sportivo perché dobbiamo lasciare Castel Volturno, Coppola è stato fin troppo un amico. Non è facile, perché poi ci sta dove mettono le ecoballe, poi dove non ci sono comodità logistiche per le famiglie delle giovanili. La gente pensa che fare il centro sportivo sia facile, ma quando tu devi mettere le altre squadre dove hai bambini e minorenni che vanno tutelati”.
“C’è un problema fondamentale: se vogliamo competere con le squadre più importanti al mondo, non possiamo avere il campo così lontano dagli spalti. Siamo già fortunati ad avere il dodicesimo uomo in campo, ma in un certo modo potrebbe essere anche il ventesimo di uomo in campo. Sto studiando un progetto per mettere 45 salottini nel terzo anello in più altri 25 in zona dirigibile. Poi bisogna lottare anche con le istituzioni”.
“Vincere con i conti apposto? Mi trovo spesso in difficoltà. Mi trovo spesso a discutere con bravissimi direttori generali che però non sono proprietari. Il calcio, se indebitato il calcio inglese che è il più ricco, vuol dire che c’è qualcosa che istituzionalmente non funziona. Dobbiamo parlarne con Ceferin e capire cos’è che non funziona”.
“Conte? State sereni, Conte è un grandissimo allenatore ed un uomo straordinario, che mi meraviglia sempre di più. Questa mattina andrà probabilmente a fare una preghiera per il piccolo Daniele e questo mi ha riempito di gioia. Non mettiamo carne a cuocere: ha un contratto di tre anni. Martedì andremo dal Papa, non ho voluto dirlo prima ai ragazzi”.