Mario Rui, le quattro sconfitte senza di lui e non solo: perché Spalletti non può fare a meno del portoghese

Prima o poi doveva succedere. Anche in una stagione in cui la perfezione sembra farla da padrona, con tutto il contorno magico che ormai da settimane accompagna il Napoli di Luciano Spalletti. Una sconfitta, quella di ieri sera contro la Lazio del grande ex Maurizio Sarri, che non fa danni catastrofici in termini di classifica: il cuscinetto tra i partenopei e il plotone delle inseguitrici resta ampio, fin troppo sostanziale per immaginare crolli clamorosi.

Tuttavia, il gol di Matias Vecino fa accendere l’alert che già nella conferenza stampa di vigilia Spalletti aveva già attivato: nulla è ancora fatto e 25 punti da conquistare possono essere anche pochi per questa squadra. Ma possono diventare anche pochi, se ci si sente già pronti a tagliare il nastro del traguardo.

Doveroso, dunque, analizzare quanto successo ieri sera, senza drammi. E a tal proposito, c’è un dato che incute riflessioni, proprio perché non affatto scontato.

Questo Napoli può fare a meno di Mario Rui?

Nelle quattro sconfitte stagionali del Napoli (Inter, Liverpool, Cremonese e Lazio ndr), c’è un dato in comune eloquente: l’assenza di Mario Rui.

Mario Rui

Il terzino portoghese, oltre che a essere un’ottima risorsa in termini di spinta offensiva, è anche diventato un vero e proprio catalizzatore di gioco. Spalletti su di lui ha cucito le vesti di regista alternativo a chi i tempi di gioco li detta per dono di Madrenatura, ossia Lobotka.

Esempio lampante è quanto successo nella sfida di ieri: il rombo messo a punto da Sarri su Lobotka in fase passiva ha letteralmente bloccato il Napoli, che in ogni caso non è riuscito a trovare filtri e sbocchi alternativi: tra di essi, quello principale rappresentato proprio da Rui.

Non a caso, l’ex Empoli è uno dei calciatori che più tocca palloni nel Napoli, con una media di 66 palloni toccati per gara e una percentuale media di passaggi completati per partita pari all’84%.

Il confronto con Mathias Olivera

A sostituirlo in tali occasioni è stato Mathias Olivera, autore di prestazioni talvolta anche buone ma che lascia qualcosa per strada in termini di quantità di gioco. L’uruguaiano fa registrare infatti una percentuale media di passaggi completati per partita pari all’87% (più del portoghese), ma con meno centralità nel gioco, così come dimostrati dai 31 passaggi completati in media per partita (anche se spesso da subentrato).

Certo, l’ex Getafe ha dalla sua l’età e ancora ampi margni di crescita, ma sembra in ogni caso che Spalletti non può fare a meno, al momento, di Mario Rui, il regista silenzioso di questo Napoli formato record. E le quattro sconfitte in sua assenza, che siano un caso o meno, sono un valido spunto su cui riflettere anche in vista della sfida contro l’Atalanta di sabato prossimo.

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