Lavezzi: “Potevo tornare in Italia ma non avrei mai fatto questo ai napoletani: con loro ho un rapporto speciale”

Ezequiel “Pocho” Lavezzi, ex calciatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso di un’intervista effettuata da Gianluca Di Marzio su Sky Sport 24. Di seguito quanto evidenziato dalla nostra redazione:

“Ho smesso di giocare perchè mi è passata la voglia, un giorno in allenamento mi sono detto: ‘Che cavolo sto facendo qua?’. Potevo tornare in Italia, ma l’ho sempre detto che ho giocato a Napoli e ho avuto un rapporto diverso con il popolo napoletano, ho fatto la storia. Non meritavano che andassi in un’altra squadra. Loro non mi hanno mai richiamato”.

“I momenti che ho passato a Napoli sono stati bellissimi, quindi è stato meglio così, lasciare quel ricordo stupendo. Voglio tanto bene alla città di Napoli, si è creato un rapporto che dura ancora oggi. È stato tutto bello a Napoli, è stata una grande esperienza per me. È stata la prima piazza dopo aver lasciato l’Argentina e sono stato molto felice lì”.

“Capisco il napoletano, ma sinceramente non lo so parlare. Penso che non si sono sentiti traditi da me quando me ne sono andato perchè sono stato sempre sincero con loro. Il Napoli mi ha dato tante cose come calciatore e come persona. Sia la città di Napoli sia l’Italia come paese li stimo moltissimo”.

“Rispetto moltissimo mister Reja, a livello calcistico mi ha fatto crescere tantissimo. Mi ha saputo gestire molto, visto che quando ero giovane ero un ragazzo molto complicato. Quella volta che mi sostituì contro il Benfica successe un po’ di casino nello spogliatoio, ma certe cose rimangono tra allenatore e giocatore”.

“Il mio debutto in Serie A contro l’Udinese abbiamo vinto con 5 gol, ho segnato una rete, ho un bellissimo ricordo. Quel giorno i tifosi del Napoli mi hanno iniziato a conoscere di più. Ero arrivato un po’ grasso in azzurro, però per fortuna dopo sono tornato in forma”

“Con Diego c’è sempre stato il paragone solo per l’essere argentino. Diego è il calcio. La gente mi ha apprezzato molto perchè io ho dato sempre il massimo per il Napoli. Quando è scomparso Maradona ho provato dispiacere, vederlo finire così la sua vita è stato brutto. Però io non sono nessuno per poter giudicare qualcuno. La verità è che è successo e basta e dietro la sua morte c’è un casino incredibile”.

“Il coro del San Paolo? È stata una sensazione unica. Una città che riconosce tutto questo è una cosa sempre bella. Era difficile andare in giro per la città, la sera al massimo, di nascosto. C’è stato un rapporto genuino con la città di Napoli, credo che sia quello il segreto. Mi hanno apprezzato come se fossi uno di loro. Non sarò mai napoletano, ma ho avuto il rispetto di una città intera che mi permetteva di essere felice giocando a calcio”.

“Tornare a Napoli con la maglia del PSG è stata una sensazione bellissima. Io e il presidente ci mettemmo d’accordo un anno prima per il trasferimento. Mio figlio era piccolo e avevo bisogno di stare tranquillo. Mi chiese se mi piacesse di più Napoli o Parigi, gli dissi che Napoli mi piaceva di più, ma solo a Parigi potevo passeggiare con lui per strada”

“Non sarei mai andato alla Juventus, per una cosa mia proprio. L’Inter ci provò, ci fu qualcosa, contatti, ma andai in Cina. Decisi di andare in Cina.

“Ora che non gioco più mi restano i rapporti che ho creato con i miei amici. Io volevo fare la partita d’addio a Napoli, ma adesso che non c’è la gente non avrebbe avuto senso. Pensavo di tornare a Napoli per la partita d’addio, mi manca molto e ci voglio tornare”.

“Non so ancora cosa voglio fare dopo il calciatore. Al momento mi godo il relax. Misi la maschera da leone della presentazione di Inler e dissi a Mazzarri: ‘Mister guarda che capelli che ho’. Mi ha fatto migliorare tantissimo come calciatore. Spero che il Napoli continui così per raggiungere l’obiettivo Champions”.

“Insigne? Lorenzo oggi è un uomo, ha la fascia di capitano e rappresenta Napoli e la Nazionale. Quando ci allenavamo insieme era piccolo. È cresciuto tantissimo. Ringrazio Napoli e i napoletani per avermi reso la persona che sono oggi”

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