Zielinski come Re Mida: tutto ciò che tocca diventa oro

Quasi superfluo, ormai, soffermarsi sulle reti di Piotr Zielinski e la loro esecuzione: il polacco ci ha abituati a vere e proprie perle, di destro e di sinistro, in area di rigore, così come fuori; per lui, non fa nessuna differenza.

Le due reti messe a segno contro il Cagliari nello scorso match, ne sono la prova: prima insacca una perla di sinistro, da fuori area, per battere Cragno al venticinquesimo minuto; poi, dopo il pareggio di Joao Pedro, sale ancora in cattedra il polacco che si diverte, in area di rigore, a far scomparire la sfera – mandando al bar Ceppitelli – e farla riapparire alle spalle del portiere.

Piotr Zielinski

Chiamatelo “Jollynski”: è la sua duttilità l’arma in più

Piotr Zielinski, da quando il Napoli l’ha prelevato dall’Udinese per quindici milioni di euro, ha accettato di essere l’ombra di Marek Hamsik nelle prime stagioni, per poi cercare di ripercorrerne le orme strada facendo.

Il suo vero e proprio mentore, Maurizio Sarri, colui che per primo ne ha esaltato le qualità – prima ad Empoli e poi a Napoli -, lo vedeva come un sostituto dello slovacco, pronto ad esplodere da un momento all’altro: consacrazione che però, nelle mani del tecnico di Figline, non è mai arrivata.

Negli ultimi anni, però, è innegabile quanto il polacco sia diventato una pedina imprescindibile per qualsiasi mister che fatica a tenerlo in panchina: anche a costo di snaturarlo dal suo vero ruolo e portarlo sull’esterno di centrocampo in fase di non possesso (Ancelottiana memoria).

A dispetto di quanto si possa credere, il primo a vedere in Zielinski delle qualità di trequartista, con la maglia azzurra, è stato proprio Carlo Ancelotti: il suo 4-4-2 infatti, era targato così in fase di non possesso ma esaltava poi, in fase di possesso, le qualità dell’esterno di centrocampo (solitamente il polacco) rendendolo una sorta di trequartista aggiunto che stringeva verso il campo.

Nuove vesti, numeri e l’alternanza

Piotr Zielinski

E così, Gennaro Gattuso, ha studiato a fondo il polacco, sfruttandolo (una volta subentrato al tecnico di Reggiolo), dapprima come mezzala, portandolo poi, nella stagione in corso, più avanti e rendendolo trequartista nel suo 4-2-3-1.

Il suo nuovo ruolo, permette al Napoli di avere una doppia faccia senza effettuare nessun cambio di rotta a partita in corso: infatti, con la presenza di uno tra Demme e Fabian accanto a Bakayoko e con Zielinski da sottopunta, i partenopei possono cambiare pelle in fase di possesso o meno passando da un 4-2-3-1 ad un 4-3-3 portando il polacco sulla sinistra. Un vantaggio enorme e che poche squadre possono vantare.

Con la doppietta di ieri al Cagliari, Zielinski ha portato il suo bottino di reti stagionali a quattro (due in più rispetto alla scorsa stagione) e con “soli” 2.890 minuti di gioco in meno. Al pari delle marcature, il polacco ha aggiornato i suoi numeri con riguardo agli assist: ben quattro in stagione finora.

Nell’interpretare questo nuovo ruolo, Piotr però non sarà solo: l’alternanza, con la squadra al completo, è con Dries Mertens per giocare da sottopunta alle spalle di Osimhen.

Ad oggi però, non ci sono dubbi: con la condizione attuale e la fame del polacco, nello scacchiere di Gattuso, Zielinski è intoccabile. Il belga, una volta rientrato dall’infortunio, dovrà faticare parecchio per togliere le chiavi della trequarti saldamente nelle mani di Piotr.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Grassi

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » Zielinski come Re Mida: tutto ciò che tocca diventa oro

Impostazioni privacy