Maradona, l’infermiera: “Non era in grado di decidere, non fosse rimasto in quel luogo inadatto non sarebbe morto”

Piovono accuse sulla morte di Diego Armando Maradona dall’Argentina dopo che è stata aperta un’inchiesta per omicidio. Ne parla il Corriere della Sera, sull’edizione odierna.

In Argentina, il medico Leopoldo Luque, avrebbe tentato d’incolpare l’infermiera Gisela Madrid. Dal canto suo, l’infermiera ha ammesso: “Maradona è stato assistito per le sue dipendenze, ma ci s’è dimenticati del suo cuore che marciava a 115 battiti al minuto, almeno 35 di troppo per un malato di coronarie”. Nel momento in cui poi è arrivata ad assistere Maradona, quest’ultimo l’avrebbe prontamente licenziata.

La sua denuncia ed il suo stupore sono arrivati quando Maradona cadde nella villa di Tigre: “Ha battuto la testa sulla destra, il lato opposto a dov’era stato operato. Non un colpo forte. Però è rimasto tre giorni così, da solo. Rintanato. Non guardava nemmeno la tv.

Nessuno che lo visitasse, l’aiutasse, gli facesse una risonanza magnetica. Nessuno che avvertisse la clinica Olivos. Lui non era in grado di decidere, ma sarebbe potuto andare nell’ospedale più lussuoso del mondo. Non fosse rimasto in quel luogo, inadatto, probabilmente non sarebbe morto

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