Marco Bellinazzo alla presentazione del suo nuovo libro: “De Laurentiis non vuole investire su un centro sportivo”

Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha recentemente presentato il suo nuovo libro intitolato “La fine del calcio italiano, perchè siamo fuori dai mondiali e come possiamo tornarci da protagonisti”. Lo scopo è quello di fare luce su tutto ciò che non ha funzionato nel mondo del calcio nel corso degli ultimi decenni, una vera e propria crisi, emersa definitivamente con la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali 2018.

Così come spiegato dallo stesso autore: “Un libro molto importante, che non ripercorre solo quanto accaduto negli ultimi 30 anni, ma soprattutto quel che potrà accadere nei prossimi 20 anni se non si faranno determinate cose”.

L’evento è proseguito con una serie di domande poste dai giornalisti in sala, attraverso cui Bellinazzo non ha fatto mancare la sua opinione circa questioni legate alla società azzurra.

A proposito del Napoli e di un eventuale cambio di fatturato con uno stadio di proprietà:

“Negli ultimi 15 anni in Europa sono stati costruiti 157 stadi, in Italia solo 3 con un investimento di appena 200 milioni. Se si riempissero gli stadi si potrebbero incassare altri 300 milioni all’anno, soldi con cui si sarebbero potuti costruire o ristrutturare il resto degli impianti.

Le società perdono in investimenti anche nei servizi, che hanno una certa importanza. Non è un problema di norme. Nessuno però la applicherà mai perché, ad esempio, è difficile poi mettere d’accordo gli ambulanti presenti fuori lo stadio, da Napoli a Milano.

Lo stadio della Juve, per esempio, crea un dislivello in Italia incassando ovviamente molto più delle altre squadre, ma è già uno stadio vecchio perché è nato da un progetto fatto 10 anni prima della creazione, quindi una nostra eccellenza è segno di debolezza.

Se fai lo stadio di proprietà devi assicurare una sicurezza 24 ore su 24, sei succube di ogni tipo di responsabilità. Allora non bisogna prendere in giro nessuno con questo battibeccare tra il sindaco e il Napoli. Per fare dei seggiolini si spenderanno 25 milioni che andranno persi nel giro di pochi anni”.

Si è parlato poi della carenza di investimenti sul territorio e di marketing mondiale. Bellinazzo, a detta sua, consiglierebbe un cospicuo investimento sul vivaio napoletano:

“De Laurentiis ha fatto molto bene per il Napoli, così come il contrario. Lotito per esempio andrebbe studiato perché non ha messo un euro per la Lazio, ma con il marketing ha guadagnato circa 30 milioni.

Un investimento di un centro sportivo non è nei piani di Adl, gli interessa solo comprare e fare plusvalenze sui calciatori. Il Napoli, invece, dovrebbe fare da promotore territoriale per tutto il mezzogiorno, investendo sul vivaio circa 30 milioni.

Si è fatto pochissimo per i vivai, come in altri paesi europei che però sono stati capaci di uscire dalle crisi. Bisognerebbe investire 8 milioni su 2-3 centri in tutta Italia e dare un’impronta calcistica puntando su quello”.

Infine, qualche considerazione sulla dipendenza che i club nutrono verso le tv, da cui il Napoli guadagna più del 70% degli introiti televisivi:

“Il presidente del Napoli ha detto una cosa molto grave cioè che il Napoli nel 2018 perderà 15 milioni. Il Napoli però ha un fatturato strutturale (tv, parte commerciale, stadio) di circa 150 milioni che da 7 anni non cresce. Il gap strutturale è ampissimo, di 40-45 milioni.

Questo fa pensare che questa società se non fa la Champions ha problemi seri, perché non ha investito in medio-lungo termine. Gli ingaggi sono troppo alti e così non puoi spendere tantissimo sulle altre cose. La Juve ha più di 500 dipendenti, Roma e Inter sui 300.

Il Napoli sui 50 e devi per forza fare plusvalenze per stare tranquillo. Il club azzurro guadagnerà circa 100 milioni e 15 li perderà per questa erosione. Se non fai investimenti importanti, il giocattolo si potrà rompere in futuro. Non si vuole investire per vendere facilmente un giorno. Nel calcio industriale di oggi non puoi più affidarti alle intuizioni”.

Consigli per il futuro? Puntare sui vivai, cercare di ridurre il gap con la Juventus e soprattutto, non aver paura di investire.

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