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Difesa Napoli, quanti goal subiti: il Pescara crocevia per invertire la rotta

Castelli di sabbia. E di rabbia. Crollano, i primi, sotto i colpi di un vento tenue, si rianimano – i secondi – con lo sbriciolamento delle convinzioni. La difesa del Napoli incarna il paradosso di una squadra che crea, segna, diverte e si diverte. Ma che, al contempo, incassa. No, signori, così non va. Castelli di sabbia che poi, sbriciolati dalle percussioni nemiche in territorio azzurro, si tramutano in rabbia. In caccia al colpevole.

DIFESA NAPOLI, IL PROBLEMA

Reina, ad esempio, che la croce l’ha dovuta portare spesso e malvolentieri. A Firenze, per citare un esempio, ha incassato tre goal e in una situazione si è dimostrato davvero colpevole del reato. Koulibaly, quando regalò la palla a Salah generando di fatto il primo goal della Roma, si ritrovò catapultato dritto sul banco degli imputati. E senza possibilità di difendersi, per giunta. E a turno si sono alternati Chiriches, Maksimovic, Ghoulam (il goal di Higuain vi dice nulla?), i terzini e gli altri interpreti del ruolo. Il dato di fatto, però, è inconfutabilmente veritiero: la difesa del Napoli subisce troppi goal. Sono ben 31 le volte in cui Reina (e in una sola circostanza Rafael) si è dovuto chinare a raccogliere la sfera in fondo al sacco. 22 nelle sole 19 partite di campionato. Una media spaventosa: più di un goal subito a partita. Un’enormità.

Hysaj, Koulibaly e Chiriches salutano il pubblico del San Paolo

Nelle ultime partite, poi, il dato subisce un’impennata. Ben due per match: otto nelle ultime quattro. Pesano a referto gli svarioni difensivi con Torino (3) e Fiorentina (3), lo sfortunato autogoal di Hysaj con la Sampdoria e la rocambolesca conclusione di Piccolo dello Spezia. Pare arrivata l’ora di preoccuparsi. E, come logica conseguenza, porre rimedio. Al giro di boa dello scorso campionato la Sarri-band aveva incassato 15 goal. Le sette segnature in più preoccupano non poco anche il portafoglio di Aurelio De Laurentiis, che di milioni ne ha spesi ben 40 (pressappoco) per rinforzare il reparto. Maksimovic, però, conta appena 7 apparizioni tra campionato e coppe. Tonelli, invece, giusto una.

NAPOLI-PESCARA, QUALCOSA PUÒ CAMBIARE

La rotta però può essere invertita. Non è mai troppo tardi. Anzi, il giro di boa capita a fagiolo. Si pone come nuovo inizio, metafora d’un anno nuovo che ha tanti aneddoti da raccontare. “Ehi, ricordi quella volta in cui…” e via discorrendo. Davanti c’è il Pescara, altra metafora di un cammino nuovo appena intrapreso. Il Napoli in veste nera iniziò la stagione incassando due reti sciocche all’Adriatico, un girone dopo può blindare – finalmente la propria porta. Dato in favore: il Pescara arriva al San Paolo con l’etichetta di secondo peggior attacco (14 goal fatti). Non è un’impresa impossibile, ma può diventare un crocevia. Rappresentare una svolta.

Prima si dovrebbe intervenire sulla mentalità di una squadra fragile, che subisce pochissimo ma incassa troppo. Migliorato l’aspetto psicologico (e forse qualcosina tra i pali), qualcosa potrebbe seriamente cambiare. Immaginate: una squadra che diverte, segna, gioca un calcio che definire champagne sarebbe riduttivo, vince e blinda la propria difesa. Sarebbe una squadra perfetta o quasi. Niente castelli di sabbia, solo fortini inespugnabili.

Vittorio Perrone

Articolo modificato 14 Gen 2017 - 08:39

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Vittorio Perrone
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