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Scrutato, osservato, valutato. Marcelo Brozovic, classe ’92 croato, rappresentava il prototipo dell’innesto da sempre gradito al patron Aurelio De Laurentiis.

Giovane, con immensi margini di miglioramento, dal costo non elevato. Un talento già in grado di dare un apporto importante ad un centrocampo, quello partenopeo, che poggia su gregari di livello, senza quel quid in grado di dare il definitivo cambio di marcia.

Un centrocampista moderno, archetipo dell’istrionico talento balcanico, per la precisione croato, terra da sempre florida di campioni, di talenti cristallini a metà campo. Brozovic porterà in dote all’Inter, che ha bruciato sul tempo proprio la società azzurra e altri club di grande spessore come l’Arsenal, le qualità del centrocampista a 360°. Una duttilità impressionante abbinata a grinta e qualità tecnica non comune. In grado di dare peso a centrocampo, non disdegna la fase difensiva sebbene abbia tutti i crismi del fantasista, dotato di un gran tiro con entrambi i piedi e di una visione di gioco non comune. Il centrocampista ormai ex Dinamo Zagabria, prodotto del vivaio della Lokomotiv, altra squadra della capitale croata, può praticamente giostrare in ogni posizione della metà campo.

Un colpo in prestito con obblgo di riscatto a 8 mln, come già detto ampiamente alla portata. Rincorso fino all’ultimo istante come attestato dall’esperto di mercato Alfredo Pedullà(leggi qui). Troppo tardi ad accordo già raggiunto tra Ausilio e l’entourage del giocatore. Un talento approda in Serie A, ma non alla corte di Benitez, un pizzico di amaro in bocca c’è, con l’auspicio che l’amarezza non diventi un gravoso rimpianto.

Edoardo Brancaccio

Articolo modificato 24 Gen 2015 - 13:03

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