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Henrique, la semplicità di un tiro tra genio e pazzia

Il tiro. Il tiro è un qualcosa di primordiale, è il primo gesto che un bambino compie quando vede una palla rotolare vicino i suoi piedi. Il tiro è l’essenza del calcio ed è la sua più bella espressione, ancor di più di qualsiasi altro gioco di prestigio. Per questo motivo, ogni volta che si assiste ad una rete spettacolare – frutto di un calcio alla sfera ancor più bello – viene ad esprimersi tutto l’amore verso questo gioco così strano e così passionale. Il “football” è lo sport che utilizza la parte del corpo più lontano dalla mente, ma soprattutto è lo sport che è stato reso celebre dai grandi gol dei vari Pelè, Maradona, Van Basten, Platini e via dicendo…

Democrazia per Henrique. A differenza delle altre competizioni però, il calcio mantiene anche un suo spirito democratico ed allora la gloria dei vari Pelè, Maradona, Van Basten, Platini può passare, per qualche ora e per qualche giorno, anche ad interpreti che non ti aspetti. E’ il caso di Henrique. Il fattore di comunanza è il gesto compiuto, la rete che il brasiliano ha messo dentro in quel di Catania. Al 40′ minuto del primo tempo nella gara di ieri, il pubblico partenopeo e non, ha potuto gustarsi una splendida prodezza di quello che era un acquisto di rimedio nel calciomercato di Gennaio. L’azione è di quelle ordinarie, semplici trame che avvengono con facilità all’interno dei 90 minuti. L’uno – due tra terzino e centrocampista, regala ad Henrique la possibilità di mettere in area un ottimo traversone utile per l’attaccante centrale; ma il brasiliano con quel mix di pazzia e di genialità, carica la botta e calcia in rete. Il movimento del suo corpo, termina nel momento in cui la palla finisce la traiettoria, che conduce la sfera dalla fascia sino al lato opposto della porta. Pochi secondi di redenzione, tanta tanta gioia.

Il passato partenopeo di bellezza. A Napoli queste azioni, queste perle, mancavano da un bel po’. Eppure, il popolo azzurro in passato è stato molto ben abituato a gesti di questa intensità. I padri che hanno potuto assistere agli stagioni d’oro degli anni ’80 hanno sicuramente goduto dinanzi ai tiri ed alle punizioni che Maradona pennellava. I figli di questa generazione hanno avuto meno fortuna sotto questo punto di vista e si sono dovuti “accontentare” – si fa per dire – delle prodezze di Cavani e se proprio si vuol scavare a fondo, dello straordinario gol di Dalla Bona nella prima partita di Serie B 2007 contro il Treviso. Nel calcio di oggi vince il gioco di squadra all’azione singola…

Semplicità e… Eppure questo sport è bello proprio per questo. Il calcio – visto come elemento unificante tra popoli e famiglie, e non come luogo di incontro di persone ignoranti e razziste – è la quintessenza della bellezza, dove non si può non restare stupiti di come la mente riesca a pensare una cosa, da mettere a segno con i piedi. Per questo è necessaria un po’ di fantasia e un po’ di romanticismo per capire questo sport. Senza questi due elementi, senza la pazzia e la genialità, staremmo a parlare di un qualcosa di poco realistico. Senza la semplicità, staremmo parlando di un qualcosa che non ci appartiene ed allora, sarebbe persino troppo semplice dire che il gol di Henrique è soltanto un cross sbagliato di un giocatore preso per emergenza a gennaio…

Articolo modificato 27 Mar 2014 - 18:38

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Scritto da
redazione