Lo scudetto e vediamo… Pepe Reina è l’animatore e il collante della nazionale spagnola, 79 convocazioni su 80 partite con Del Bosque, uomo fondamentale nello spogliatoio e simpatia debordante. “La stessa che trovo a Napoli”. I colleghi spagnoli gli chiedono se non sia esagerata, la passione partenopea, difficile da sopportare nel quotidiano: “No, assolutamente. Io sono del sud, e poi a Liverpool non era molto diverso. Sono città di passione, calcistica e non. E io ci sto benissimo”. E allora, è impossibile restare a Napoli dopo l’anno di prestito? “No, niente è impossibile”. Però qui in Spagna sono sicuri che Reina il prossimo anno sostituirà Valdes al Barcellona: “Dico solo che io nella mia vita ho vinto tanto, ma mai una Liga. Facciamo bene con il Napoli e poi vediamo”. Parlando di sud, viene spontanea la domanda sulla discriminazione territoriale: “Io m’impegno con l’italiano ma certi cori ancora non li capisco. Detto questo, qualsiasi forma di razzismo va punita, e allora ben vengano le sanzioni”. Reina fa una gran pubblicità del Napoli, di Napoli, dell’Italia: cibo, clima, sensazioni, luoghi, persone. “Una cosa che non mi piace? Che, San Paolo a parte, negli stadi ci sia poca gente. Non capisco perché, i prezzi non sono tanto alti”. Roma-Napoli una partita già decisiva per lo scudetto? “Diciamo importantissima, perché è ancora presto e mancano tante partite. E difficile: i giallorossi giocano solo una volta alla settimana, hanno vinto sempre e hanno incassato un solo gol”.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Articolo modificato 10 Ott 2013 - 09:43