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Undici anni fa la presentazione di Naldi, oggi il Napoli sogna con De Laurentiis e Benitez

Una settimana il cui maggior insegnamento è che prima di gioire delle vittorie, bisogna passare per le sconfitte. E’ così nella vita come nel calcio, per la Nazionale e per i migliori top club che, prima di affermarsi, devono conoscere le peggiori parabole discendenti, quelle che solcano il cuore dei tifosi tingendoli di ricordi dalle sfumature più scure.

E’ il 21 giugno 2002 quando sotto l’ombra del Vesuvio viene presentato il nuovo presidente, Salvatore Naldi, un imprenditore alberghiero partenopeo che rileva la Società Sportiva Calcio Napoli dalle mani del precedente patron, Giorgio Corbelli. Di poche parole ed anche non troppo chiare, si addossa, convinto dalla famiglia, la pesante eredità di una squadra allo sfascio, che si appresterà a vivere il periodo più nero della sua storia. Con voce bassa e lunghe pause, cerca di spiegare alla stampa il suo progetto: “Credo che sia importante capire che la presidenza di questo club con alle spalle una storia importante, abbia una nuova concretezza attraverso me, il nuovo patron. Il coraggio me l’ha dato la famiglia, i programmi da imprenditore li sto facendo io collaborando con altri professionisti, mi auguro che i tecnici che ho scelto possano dare ai tifosi come me davvero tutto. Cercherò di fare il presidente com’è giusto che vada fatto, con il sostegno di tutti”. Propositi durati solo due stagioni, terminate con il fallimento del club partenopeo e la storica retrocessione in serie C insieme a ben due anni di reclusione poi patteggiate, per l’imprenditore.

Una pagina davvero da cancellare, che sembra lontana anni luce dall’avvento dl nuovo patron Aurelio De Laurentiis e da tutto ciò che accaduto dall’agosto dello stesso 2004.  Il Napoli era spoglio di tutto: non aveva una squadra, non aveva un campo dove allenarsi, era privo di attrezzature, staff, motivazioni, identità ed un progetto futuro, cose che l’attuale presidente ha donato e programmato, riportando una squadra ed un’intera città agli albori di una volta. Reja, Donadoni e Mazzarri si sono succeduti sulla panchina sotto l’ombra del Vesuvio così come la doppia serie C, la serie B, la promozione in A fino alle esperienze stupende in Europa League ed in Champions, insieme alla vittoria della Coppa Italia.

Poi si arriva ad oggi: 21 giugno 2013, presentazione ufficiale a Castel Volturno di Rafa Benitez. Non pizza e fichi, insomma. Per quei pochissimi che ancora non lo sapessero, parliamo di un tecnico partito dalle giovanili del Real Madrid e che ha allenato club del calibro di Liverpool, Chelsea e Valencia, vincendo davvero di tutto. Un leader dentro e fuori dal campo, l’eccellenza nel suo genere, il meglio in assoluto. E lo dimostrano le sue parole, già d’amore per una squadra che ha sentito da subito sua: “Napoli mi ha stregato, ci sono sei milioni di tifosi nel Mondo che vivono quotidianamente per la propria squadra, è puro amore e passione. Cresceremo insieme e le soddisfazioni sono sicuro che saranno davvero tante”. Risponde in spagnolo, italiano ed inglese, sorride e fa anche qualche sana battuta: “Ormai per i tifosi non sono più Rafael ma già Rafè” commenta, in perfetta sinergia con ciò che lo circonda, seppur solo da qualche ora. E’ la sua giornata, è lui sotto i riflettori, ancor più delle canzoni del patron De Laurentiis, del futuro di Cavani o dei nomi di mercato. Naldi è ormai lontano anni luce, la discesa è alle spalle: godiamoci questo splendido momento, guardando al passato per apprezzare il presente, consci che il futuro sarà davvero tutta un’altra storia.

Alessia Bartiromo

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Articolo modificato 21 Giu 2013 - 20:50

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