Auguri+Pocho%21
spazionapoliit
/2012/05/03/auguri-pocho/amp/

Sembrava ieri quando uno “scugnizzo argentino” sbarcò a Margellina. Poco più che ventenne , timidamente parlava ai microfoni di tutti quei giornalisti che lo accerchiavano e lo soffocavano di domande. Era quasi per tutti uno sconosciuto, un tipetto introverso , che si nascondeva dietro a quei capelli lunghi e quel capo sempre calato, atteggiamento che non ha perso mai.

Cosa avrebbe mai potuto regalare a Napoli, una piazza così importante, un giovane calciatore schivo quasi impacciato? E’ il caso di dire che che “l’apparenza inganna”.

  Quando tutta Napoli ha potuto assistere alle prodezze del noe- acquisto azzurro in campo,  ha potuto solo amarlo dal primo momento.

Quella velocità e quello scatto felino lo hanno sempre contraddistinto. E” “inarrivabile”, imprendibile. Quando il Pocho inizia la galoppata , i poveri centrocampisti e difensori non possono fare altro che guardare, ormai troppo lontani ,  l’ennesimo suo capolavoro incorniciato nella rete avversaria.

Si, questo è il suo soprannome Pocho. Quel nomignolo che si porta dietro da bambino e che non si scrolla più da dosso, si stampa su quella pelle. Quella pelle gia “affollata” dai più di dieci tatuaggi, tutti eventi degni di essere immortalati . Dei più importanti ricordiamo il nome del suo amato Thomas, vittima di dispute legali tra lui e la ex compagna , i cinque cerchi e la scritta Bejing 2008 per ricordare il trionfo della Nazionale Argentina alle Olimpiadi , e poi il volto del suo “idolo” Diego Armando Maradona, che Napoli conosce bene e non dimenticherà mai.

Napoli lo ha colto come un figlio, l’ha coccolato, l’ha cresciuto e lo ha protetto. Il Pocho ama questa terra , ama i tifosi anche se a volte troppo invadenti.

Il suo non è un carattare facile, è un ribelle che tante volte si è scontrato con allenatori. E troppe volte si è sottratto a quelle precise direttive, che la società gli imponeva, per arrivare nella miglior forma alle partite. Ma è difficile  proibire ad un ventenne Discoteca e alcol, anche se ti chiami Ezequiel Ivan Lavezzi.

Ma il nostro Pocho è cresciuto, e la disubbidienza e l’isolenza fanno parte del passato.

In campo si è mostrato sempre un professionista. Nei casi di diffcoltà  ha “preso per mano” la squadra e l’ha portata al trionfo. Le sue giocate i suoi dribbling, la sua fantasia, i suoi tocchi di precisioni , quei goal da accapponare la pelle,  hanno fatto riaccendere negli occhi dei Napoletani quella speranza di arrivare in alto, di volare sopra la mediocrità. Di riottenere onore, rispetto e gloria , lontani ormai ai tempi di Maradona. Per poi correre sotto la  curva e baciare la maglia, urlando in silenzio AMORE ETERNO.

Non importa, ora, sapere se resterà per contribuire al progetto di rendere grande Napoli, o “volerà” via.

Oggi vogliamo dedicargli i migliori auguri per i suoi 27 anni. E’ cresciuto ormai, è un uomo, ma per noi sarà sempre l’adottivo “scugnizzo napoletano”. Il suo nome è stampato, oltre che nelle pagine “calcistiche azzurre”,  anche nel cuore dei Napoletani. Hai dato molto a questa squadra, a questa città. E i Napoletani non dimenticano. Se “un domani” la maglia che indosserai sarà ancora azzurra, o di altri colori, non importa. Nessun rimorso, solo Amore, per sempre. E un Grazie doveroso.

Auguri Pocho

Articolo modificato 3 Mag 2012 - 17:59

Share
Scritto da
redazione