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Per cacciare le allodole viene adoperato uno speciale congegno a specchi che, illuminato dal sole, inganna quella specie di uccelli attirandoli nella rete. Aurelio De Laurentiis sarebbe un ottimo cacciatore, considerando che sta affinando la tecnica con i tifosi della squadra di cui è presidente. Le accorate orazioni con cui si è scagliato contro “il palazzo” e tutte le organizzazioni, segrete e non, aventi come unico scopo il tentativo di ostacolare la corsa, altrimenti irrefrenabile, del Napoli verso lo scudetto in realtà hanno un secondo fine. Dopo anni di buio e una lentissima risalita il Napoli quest’anno ha avuto un’occasione unica: contendere seriamente il titolo a Inter e Milan fino all’ultima giornata. Infatti le due milanesi, guidate dalla comica premiata ditta Allegri&Leonardo, più che Ferrari da corsa sembrano centoventisei da rottamare con neopatentati alla guida. Nonostante ciò stanno prendendo sempre più il largo da Cavani e compagni.

Nel contesto di medio-basso profilo del nostro campionato De Laurentiis aveva l’obbligo morale di dare piena speranza ai tifosi di una città che di questo ha imparato a vivere, regalando a questa squadra i pezzi che evidentemente mancano. Per essere grandi non serve che siano assicurate le pari opportunità – tra l’altro evidentemente non negate in partite come Fiorentina-Napoli o Napoli-Palermo – ma almeno tre giocatori di qualità, uno per reparto. Invece dal mercato di “riparazione” sono arrivati solo Mascara, una seconda punta che non segna, omologo di Lavezzi se ce ne è uno, e Ruiz, che finora ha fatto solo da sparring partner negli allenamenti.

Il mercato estivo invece ha sapore di bigiotteria con la perla Cavani a dare un fantastico aspetto a merce decisamente scadente: in difesa Cribari, scartato e ripudiato da mezza serie A, a centrocampo il sufficiente Yebda e l’enigma Sosa, in attacco Lucarelli e Dumitru, un mix di gioventù esperienza che non è riuscito a dare un gol. E probabilmente neanche un attaccante intero.

Intanto le big milanesi comprano e colmano vuoti lasciate da campagne acquisti, soprattutto quella interista, insufficienti. E il gap si ingigantisce, così come la delusione dei pochi tifosi azzurri che non si lasciano ingannare dalle recite di un uomo di spettacolo prestato al calcio.

L’antinapoletano: tutto quello che i tifosi azzurri non vorrebbero leggere.

Giovanni Cassese

Articolo modificato 29 Apr 2019 - 17:45

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redazione