Aurelio De Laurentiis torna a spingere sul futuro del Maradona e sul ruolo che Napoli deve assumere nella modernità. Il presidente del Napoli ha chiesto un progetto radicale per lo stadio, ritenuto oggi non più adeguato alle necessità sportive ed economiche. Le sue riflessioni coinvolgono il sindaco Gaetano Manfredi, il sistema calcio italiano e il rapporto tra innovazione e identità. Un intervento forte, che apre una discussione ampia sulle ambizioni della città e sul suo sviluppo.
“Il Maradona va ripensato da zero”
De Laurentiis ha affrontato il tema dello stadio senza usare mezzi termini direttamente ad un convegno del Napoli Racing Show.
“Il Maradona va ripensato da zero. Non si può ristrutturare mantenendo tutto com’è. Bisogna chiamare i migliori architetti e ingegneri del mondo: giapponesi, americani ed europei. Si deve ridisegnare la città: Napoli ha bisogno di rinascere”.
La necessità di servizi moderni resta centrale nelle sue richieste, anche per via della concorrenza italiana di diverse società che al momento sono avanti:
“Come posso competere con Milan e Inter senza uno stadio da 70 mila posti, senza 120 skybox moderni, se nei bagni non c’è nemmeno spazio per un antibagno? Non siamo in Africa: siamo a Napoli, la culla della civiltà mediterranea, un ponte verso il futuro”.
Manfredi e la visione per la città
De Laurentiis ha collegato la questione stadio alla leadership politica di Gaetano Manfredi.
“Il problema di Napoli è che le manca la faccia tosta fuori dal territorio. In casa siamo bravissimi, ma non riusciamo a esportare le nostre idee né a creare un ponte con il mondo. Abbiamo la fortuna di avere un sindaco che è diventato presidente dell’ANCI e ciò potrebbe portare a delle svolte interessanti”.

L’innovazione nel calcio e il confronto con l’estero
Il presidente è tornato a criticare anche il sistema calcistico italiano.
“Il calcio italiano l’ho rimproverato spesso: troppo seduto, prudente e attaccato alla poltrona. Bisogna avere la volontà di cambiare e di rischiare. In America è diverso, sanno cambiare marcia facilmente”.
Le parole di De Laurentiis aprono così una nuova fase di confronto. Napoli, lo stadio e l’identità sportiva diventano parte di un discorso più ampio, che chiama la città ad alzare lo sguardo e a scegliere il proprio futuro.




