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Gattuso ha in pugno Napoli: alla squadra e alla città serviva tornare a ringhiare!

NAPOLI È TORNATA A RINGHIARE!

GATTUSO NAPOLI – È risaputo che la piazza partenopea sia in assoluto difficilissima da fronteggiare, per tutta una serie di motivi che sono intrinseci nell’indole dei suoi cittadini. Il napoletano è sia superficiale che genuino ma, alle volte, sa essere scaltro e malizioso se vuole, ingegnoso a modo suo e di rimando anche superbo. Tra pregi e difetti, volessimo andare avanti ad elencare i dualismi presenti nella napoletanità di un individuo, finiremmo per impazzire.

In breve, il napoletano è un Pulcinella: buono di cuore ma che non perde mai di vista la pancia; sa donare tanto e spontaneamente ma senza dimenticare di pretendere il tornaconto. Il napoletano è difficile da comprendere, è un figuro che si avvicina alla poesia pur rimanendo attaccato alla cruda realtà. Il napoletano è anche difficile da ammaliare, da sorprendere, da soddisfare.

Specie nel calcio, dove tutto assume una valenza superiore, inquantificabile, perché Napoli il calcio lo vive in maniera viscerale: il successo sportivo nato da un semplice e meraviglioso gioco è da sempre equiparato anche a un riscatto socio-culturale della stessa città, molto spesso bersagliata e presa di mira nell’eterna contesa tra il Nord e il Sud Italia.

L’IDENTIKIT PERFETTO

Dunque, viene da chiedersi: come soddisfare quella Napoli che, oltre al pane, mangia anche tanto pallone? Come ammaliare il pubblico partenopeo anche senza vincere forzatamente un trofeo, siccome storicamente i trofei vanno spesso a nord del paese? Chi potrebbe effettivamente prendersi la briga di gestire, di guidare il Napoli? Di tuffarsi nel vuoto per sfidare se stessi perché Napoli ti mette a dura prova, e due sono i destini in cui si può incappare infine: essere beatificato o gettato in un vero e proprio letamaio.

Servono gli attributi, quadrati, per tenere in pugno una piazza così, con un popolo così caldo, composto da tifosi così passionali ed esuberanti. E chi poteva avere tali attributi ad hoc, cercando nei ricordi e nei pensieri di un tifoso nel terzo millennio, se non Gennaro Ivan Gattuso?

Lo ricordiamo ancora calciatore, a mordere le caviglie degli avversari con la casacca del Milan e vincere il Mondiale con la nazionale nel 2006. Quell’immagine che di lui resta impressa nella mente perdura ancora oggi perché la natura di Ringhio rimane sempre la stessa, semplice, immutata e sincera: parliamo un combattente nato, feroce, che ha dato tanto al calcio e che tanto dal calcio dovrà ancora ricevere.

GATTUSO NAPOLI, UNA NUOVA ERA È UFFICIALMENTE COMINCIATA

Accettata la sfida – che abbiamo appurato essere assai complessa – si è preso il Napoli di prepotenza e lo sta trascinando con sé verso il successo. Ha già iniziato a raccogliere la semina proprio qui, dov’è arrivato il primo trofeo da allenatore dopo solo sei mesi di impiego. Incredibile traguardo, raggiunto perché Gattuso sembra stare bene su quella panchina come il rum sul babà.

La spiegazione di ciò? Forse è ancora presto per trovarne una. Sta di fatto che l’amore che man mano sta sbocciando tra Napoli e Gattuso, da quel suo arrivo nel dicembre 2019, sancisce una indubbia verità: che Ringhio è arrivato a Napoli quando Napoli aveva più bisogno di tornare a ringhiare, e questo mentre Ringhio cercava una grande occasione come Napoli per compiere un grande passo da allenatore, proiettato verso nuovi successi nel mondo del calcio che – abbiamo detto – gli deve ancora tanto.

I napoletani, che fanno del pallone il loro pane quotidiano, stufi di assistere al pasticciaccio avvenuto sotto la precedente gestione Ancelotti (è agghiacciante ritrovarsi a scrivere cose del genere), culminato poi in un modo orribile, non vedevano davvero l’ora di detronizzare Re Carlo. Ci ha pensato De Laurentiis a farlo, a malincuore e coraggiosamente per il maestro di calcio che Ancelotti è sempre stato. Ma da buon visionario qual è sempre stato, però, ha ingaggiato un vero e proprio Masaniello.

Masaniello è turnato“.

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Lorenzo Gentile

Articolo modificato 24 Giu 2020 - 16:36

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Lorenzo Gentile