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Coronavirus, ‘la Iena’ Alessandro Politi: “Sono ancora positivo dopo 30 giorni!”

ALESSANDRO POLITI CORONAVIRUS – L’inviato del programma televisivo Le Iene, Alessandro Politi , ha contratto il Coronavirus ormai da un po’ di tempo. La iena racconta della comparsa dei sintomi del virus e, dopo aver effettuato il tampone, scopre di essere positivo al COVID-19 ma il suo calvario sembra interminabile.

Alessandro Politi, giornalista delle Iene

Alessandro Politi, Coronavirus: “Senza tampone avrei pensato fosse un’influenza”

Il giornalista racconta la sua esperienza diretta:
Il 5 marzo mi sono svegliato con un forte mal di testa, febbre alta e un po’ di tosse. In quel momento non c’erano ancora i decreti di chiusura. Provo in tutti i modi a farmi fare un tampone, anche se non vogliono farmelo perché non ho una sintomatologia così grave. Comunque in ospedale spiego che sono un giornalista e sono stato in diretto contatto con tante persone e colleghi”.

“La cosa sorprendente è che la sera stessa con una tachipirina la febbre è passata, il giorno successivo avevo meno sintomi e al terzo giorno non avevo più niente. Se non avessi fatto il tampone, avrei pensato di avere un’influenza. Passato il periodo obbligatorio di quarantena, è il momento di rifare il test: per essere considerati guariti, infatti, servono due tamponi consecutivi negativi. Io stavo bene, ma dopo 17 giorni ero ancora pienamente positivo”.

Bastano davvero 15 giorni di isolamento?

I continui risultati positivi hanno portato il giornalista a domandarsi se sono affidabili i famosi 15 giorni di isolamento che medici continuano a confermare come periodo obbligatorio per poter combattere il virus. Nonostante sia trascorso poco più di un mese dal primo tampone, Politi continua ad essere positivo ed esprime tutta la sua preoccupazione:

Perché le istituzioni permettono a persone che hanno avuto i miei stessi sintomi di uscire di casa dopo 15 giorni senza aver ricevuto un tampone? Quante persone potrebbero essere a lavorare con il rischio di diffondere il virus?”.

“Come si è deciso che i quindici giorni siano sufficienti, se io dopo trenta giorni sono ancora positivo? Non è che forse il contagio tarda a fermarsi anche per questo motivo?”.

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Articolo modificato 5 Apr 2020 - 22:52

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redazione