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Ancelotti: “Vivere a Napoli è una delle più belle cose che possano capitare. Ecco com’è finita, cosa mi dicevano…”

Carlo Ancelotti ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna de Il Corriere della Sera. Le sue parole:

“Liverpool è una città informale. Non è grande, la gente è amichevole. Mi trovo bene perché non amo le città formali.

Lavorare con mio è figlio è bello. Davide è un allenatore con un patentino Uefa A: in Italia, non avrebbe l’età minima, chissà poi perché. Il rapporto tra noi è professionale, ma certamente mio figlio mi dice cose che nessun altro mi dice: anche sulle cazzate che faccio. Il rapporto interpersonale va benissimo. Ma all’esterno questo condiziona molto. Lui porta un peso.

Sono andato a Napoli perché, dopo nove anni all’estero avevo voglia di tornare in Italia e Napoli mi sembrava una piazza interessante. Diciamo che non è finita bene, ma è stata una buona esperienza. Vivere a Napoli è una delle più belle cose che possano capitare. Poi un po’ per i risultati, un po’ per altre difficoltà, si è chiuso il rapporto. Io vengo esonerato il 12 dicembre, l’Everton ha mandato via l’ allenatore ai primi di dicembre, le cose si sono combinate. Coincidenze. De Laurentiis ha detto: “Ho pensato di cambiare”, io gli ho detto “Sei sicuro?”, lui mi ha detto “Sì”, allora io ho detto: “Ok, allora cerco un’ altra squadra”.

Come fa un allenatore a capire che presto verrà esonerato? “Lo annusi, lo annusi… Nel calcio i segreti non esistono, si sa tutto di tutti. A Napoli si annusava. E che devi fare? Devi prendere atto”.

Mi dà fastidio che, quando le cose non vanno bene, mi dicano “Ah, bisogna usare la frusta, sei troppo buono, sei troppo gentile e accomodante coi giocatori!”. Ma dico: i dirigenti al mondo non conoscono come alleno? Non mi puoi prendere e poi dirmi di cambiare il mio modo non solo di allenare: il mio modo di essere. Perché io sono così, e così sono arrivati i successi. Se tu mi dici “Devi usare la frusta!”, è sbagliato, è sbagliato.

È successo anche al Chelsea, è successo al Paris Saint-Germain… Ho vinto tanto, lo so, ma i momenti difficili ci sono stati dappertutto. Anche al Milan ci sono stati dei passaggi difficilissimi. Però superati. Ecco: forse il Milan è stato l’ unico posto dove non mi hanno detto: “Usa la frusta!”. Perché mi conoscevano”.

Articolo modificato 11 Feb 2020 - 15:35

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Scritto da
Gaia Martino