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La diversità di vedute è un problema ricorrente, uno step quasi obbligatorio nella costruzione di un rapporto. Non è, però, uno scoglio insormontabile, un ostacolo su cui il rapporto deve necessariamente interrompersi. Insigne ha avuto il coraggio di ammettere, nell’intervista a Rai Sport, che alcune divergenze con Ancelotti effettivamente ci sono state. Forse ancora persistono, ancora devono essere effettivamente risolte. E no, non basta nasconderle sotto il tappeto e mostrare il sorriso migliore. Ancelotti e Insigne, oltre agli altri senatori, sono gli uomini chiamati alla ricostruzione di un Napoli competitivo e che si esprima meglio sul terreno da gioco. L’allenatore e il capitano: la rinascita parta da loro e solo in seguito si espanda agli altri. Come? In tre passi

1 – CONVINCERE CON L’ITALIA E RIPRENDERSI LE SUE CERTEZZE

Fra poco meno di due ore l’Italia giocherà con la Grecia, martedì affronterà il Liechtenstein. Due opportunità notevoli per Insigne, che con la maglia azzurra della nazionale ha la fiducia totale di Mancini, gioca nella sua posizione ideale, ha la dieci ed è reduce da svariate prestazioni positive. Il goal alla Grecia all’andata e la perla contro la Bosnia sono le ultime prodezze. Vincere, convincere, magari segnare: il primo passo per innalzare la propria autostima e confidenza nei propri mezzi.

2 – CEMENTIFICAZIONE DELLO SPOGLIATOIO E DIALOGO CON ANCELOTTI

Uno dei segreti della competitività del vecchio Napoli era lo spogliatoio. Alcune figure di riferimento (Reina, Hamsik e Albiol) sono andate via, com’era logico nella fisiologia di una squadra. L’ambiente Napoli resta compatto nel suo interno, ma qualche momento conviviale non guasterebbe. Che sia Insigne a prendere le redini e cementificare l’unione tra le maglie azzurre, dentro e fuori il campo. Per risolvere le divergenze di cui sopra, il dialogo è un’arma preziosissima: sedersi, parlarne, trovare le adeguate soluzioni. Sempre meglio il dialogo diretto, anche scomodo, piuttosto che tenersi il malumore dentro.

3 – GOAL E GIOCATE

Sabato c’è Napoli-Verona e l’ultimo step quantomeno per iniziare la risalita degli azzurri è una vittoria convincente. Meglio se seguita da un filotto, ma è preferibile pensare partita per partita. Con il Verona, banco di prova: la maglia da titolare per Insigne è il modo migliore per spezzare le polemiche. Meglio ancora se Lorenzo dovesse ricambiare con una prestazione d’autore. Goal e giocate, magari un pizzico di altruismo in situazioni come il contropiede con Mertens e Lozano contro il Torino. Per il Napoli e per l’umore. Da lì in poi, sarà tutto più semplice.

Articolo modificato 12 Ott 2019 - 19:17

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Scritto da
Vittorio Perrone