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VIDEO ESCLUSIVA – Luciano Tarallo si racconta: “Io scaricato dal Napoli, ma resto innamorato della squadra. Sarri un maestro, Edo De Laurentiis un ragazzo speciale”

Il mio Napoli è il Napoli di oggi ancora, l’amore non si dimentica mai“. Inizia così la lunga e profonda intervista che Luciano Tarallo, ex allenatore dei portieri del Napoli, ha rilasciato ai nostri microfoni descrivendo, oltre che i suoi rapporti con la società partenopea, anche il suo grande amore nei confronti della città e della squadra.

LUCIANO TARALLO NAPOLI:

L’amore per il Napoli è nato 57 anni fa ed è ancora oggi  incommensurabile. Poi è successo qualcosa che ha fatto rompere i rapporti con la società. Tutte le promesse che erano state fatte non sono state mantenute.  Una mattina il direttore Giuntoli mi chiamò per il rinnovo del contratto. Era stata stabilita una cifra, ma quando quel pomeriggio mi recai al centro sportivo per firmare, ne trovai una’altra e mi arrabbiai. Firmai comunque, per l’amore nei confronti di questa squadra, però furono notti insonni, perché sentivo che la mia dignità era stata calpestata. Avevo firmato perché non potevo permettermi un anno di stop, ma non siamo dei numeri, la fame va e viene, la dignità se calpestata non torna più.

LUCIANO TARALLO, DE LAURENTIIS:

Nei dodici anni e mezzo a Napoli sono stato la causa di qualsiasi situazione non andasse bene, dai palloni che il nostro presidente diceva ci fossero e invece continuavano a mancare, basta vedere una partita della Primavera del Napoli di qualche anno fa: il pallone è più che usurato. Guardate invece una partita della Roma, del Milan, dell’Inter o della Juve, si gioca sempre e comunque con un pallone nuovo. Io mi lamentavo anche di questo particolare. Con Edo avevo un ottimo rapporto, grazie a lui ho potuto realizzare il sogno di una bambina che perse il padre mentre gli teneva la mano sul divano. È la figlia di mia nipote, il papà ebbe un infarto. La bimba pianse costantemente per due giorni. Il nonno allora le disse: “Sai che Luciano  potrebbe portarti a Castel Volturno e farti conoscere Lorenzo Insigne?” Dato che Lorenzo è il suo idolo, la  bimba smise di piangere e iniziò a mangiare. Chiesi così ad Edoardo di portarla lì a Castel Volturno, e lui fu molto umano, il giorno dopo mi fece portare la bimba lì, organizzò subito il tutto, mi fece trovare anche un completino per la bambina. Questa è una cosa bellissima che fece Edo nei miei confronti. Sarri? È maestro di vita e di calcio, devo molto a lui.

LUCIANO TARALLO INFORTUNIO

Il mio infortunio è avvenuto quando ancora ero sotto contratto con il Napoli, cado in una buca sul campo di Lusciano mentre calciavo ai portieri, poi hanno riscontrato una lesione al menisco e mi hanno operato. Il problema è nato dopo, è sopravvenuto dopo l’operazione. A quel punto la società è stata assente, i giorni sono passati e i telefoni erano spenti, ho avuto la fortuna di avere l’ultimo abbraccio da Gianluca Grava, che mi ha detto che la società non gli aveva comunicato il rinnovo e con le lacrime agli occhi ci siamo salutati. La mia rabbia deriva dalle esternazioni del presidente, sui social ho deciso di rispondergli a dovere (LEGGI QUI).

Dopo l’infortunio, da uomo libero ho deciso di formare un Academy portieri a Napoli, attualmente alleniamo circa 100 portieri. Il mio sogno? Riuscire a finire la carriera a Napoli. Oltre ad un sogno, la mia squadra del cuore è la donna che amo di più!“.

LUCIANO TARALLO VIDEO:

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Articolo modificato 3 Nov 2018 - 18:37

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Scritto da
redazione