Zielinski%2C+Rog%2C+Diawara%3A+la+duttilit%C3%A0+a+supporto+dei+titolarissimi
spazionapoliit
/2017/12/30/zielinski-rog-diawara/amp/

Zielinski, Rog, Diawara: la duttilità a supporto dei titolarissimi

Un altro anno di calcio si è concluso. Un anno in cui il Napoli raccoglie 99 punti in 39 partite. Un anno che il Napoli chiude senza nemmeno una sconfitta in trasferta. Un anno che ha aumentato la consapevolezza di un gruppo che Sarri ha provveduto a raffinare nel dettaglio dal punto di vista tattico, dedicandosi, poi, all’aspetto mentale.

Una mentalità vincente figlia di certezze, di costanza, di automatismi. Di meccanismi cui si deve concedere il giusto tempo per vederli in un’azione quasi automatica, cementata nella testa e fluida nelle gambe dei calciatori azzurri. Un insieme di movimenti armonici e coordinati che a poco più di due anni dall’arrivo di Maurizio Sarri appartengono in maniera indissolubile a quegli undici che quasi sempre – troppo spesso per alcuni – si trovano ad indossare la maglia del Napoli in campo per puntare all’obbiettivo di circostanza, la vittoria. Obbiettivo che si rinnova ad ogni settimana per scalare la montagna del trionfo, chè ragionare passo dopo passo aiuta a non pensarci e a tenerlo vivo. 

Un anno in cui fare i conti con una sfortuna canaglia, aggressiva, spietata. Nella stagione in cui la capacità di stupire ha portato gli azzurri a candidarsi di prepotenza per sottrarre lo scettro d’Italia alla Juventus, il Napoli ha perso Arkadiusz Milik: l’alternativa più fisica alla sua punta sui generis, il più frizzante e fantasioso Dries Mertens. Poco dopo ha dovuto rinunciare anche a uno dei terzini più in forma in Europa, uno dei calciatori azzurri più determinanti: Faouzi Ghoulam. Il 31 algerino sarebbe uno dei titolarissimi: quegli undici elementi di cui Sarri non vuole privarsi.

La filastrocca della formazione iniziale del Napoli, che sembra rievocare un altro tempo e un altro calcio per la frequenza con cui si ripropone, presenta anche quasi sempre le stesse pedine di sostegno a partita in corso. E così accade, un’altra volta, che ad alzarsi dalla panchina siano Zielinski, Diawara e Rog. I tre acquisti dell’estate 2016, però, non entrano solo quando c’è bisogno di rivoluzionare il centrocampo. La loro conoscenza di ciò che chiede Sarri ai suoi è elemento distintivo tra questi tre calciatori e il resto della rosa, usato poco o niente. I tre giovani talenti, rispettivamente classe 94, 97 e 95, sono il normale prolungamento della squadra titolare. Il discorso su Zielinski e Rog è ulteriore.

Mentre Diawara, infatti, seppur con caratteristiche differenti, svolge con grande sostanza e buon rendimento il lavoro dell’imprescindibile Jorginho, talora al polacco e al croato Sarri chiede di adattarsi in un ruolo non loro. La duttilità delle due mezzali li ha portati infatti anche a svolgere il ruolo di esterno d’attacco (sinistro per quanto riguarda Zielinski e destro per Rog). Ruolo che il tecnico ha voluto insegnare ai due, che si sono trovati più volte a far rifiatare chi nel tridente dei piccoletti azzurri ne avesse avuto bisogno, così come a Crotone, per far riposare Insigne e Mertens.

Scelte che definiscono le gerarchie che vigono sulla panchina azzurra. Una panchina su cui, in ordine a tali scelte e se dopo il mercato vestiranno ancora l’azzurro, Ounas e Giaccherini siederanno a lungo, per motivi diversi. Il primo per la necessità di un tempo ulteriore per assimilare i precetti sarriani, il secondo perchè quando chiamato in causa ha mostrato caratteristiche diverse da quelle richieste dall’allenatore. Di motivi alla base di queste decisioni ce ne sono altri che rimandano alla conoscenza che il tecnico ha dei propri ragazzi. Sta di fatto che l’utlilizzo, in corso d’opera, di questi tre calciatori è frequente ed ispira la fiducia maggiore per perseguire un discorso di costanza.

MARCO BREGLIO

RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Scritto da
redazione