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La doppietta alla Dinamo, il calvario, la redenzione: la nuova chance di Arek Milik

MILIK SHAKHTAR/ Curioso come la vita ti ponga dinanzi a nuove possibilità. Una seconda occasione non si nega a nessuno. Specialmente se nel corso della prima la sfortuna ha preso il sopravvento. E allora pazienza, c’è solo da rimboccarsi le maniche per cambiare il proprio destino, aspettando che si presenti l’occasione della rivincita. Possono passare giorni, settimane, mesi. Anche un anno.

Ecco, un anno dopo il Napoli stacca di nuovo il ticket per l’Ucraina. Il gate è lo stesso che portò a giocare due volte con il Dnipro e una volta con la Dinamo Kiev. No, sorvoliamo. Questa non è una storia di redenzione collettiva, di ossessioni calcistiche maturate nel corso del tempo (Dnipro ed Europa League riportano in vita qualche ricordo). No, è la storia di un uomo solo. Un lupo solitario, a vederlo nel suo aspetto da centro-est-europeo. Un bonaccione, in verità. Che sa quando sfoderare il suo sorriso a 32 denti e quando, invece, rimboccarsi le maniche per lavorare sodo.

MILIK SHAKHTAR, UNA NUOVA OCCASIONE PER BRILLARE

Milik dopo la doppietta realizzata alla Dinamo Kiev un anno fa

L’Ucraina nel destino di Milik. Lui che quella gara di Champions contro la Dinamo Kiev l’ha risolta da protagonista a sorpresa. Calato il sipario, la standing ovation mediatica è partita in un nanosecondo. Il nuovo forestiero che a malapena parlava inglese aveva fatto breccia nel cuore dei tifosi azzurri con una doppietta. Aveva ribaltato un immeritato svantaggio, aveva catturato il fantasma di Higuain come uno dei Ghostbusters. “Ricordo l’inizio della scorsa stagione e la doppietta realizzata con la Dynamo Kiev – dice in conferenza stampa – Questo non vuol dire che domani sicuramente giocherò, spero di avere questa chance, ma io non devo parlare di questo. La squadra viene prima, giochiamo bene e speriamo di fare bene domani”. 

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E intanto aveva già segnato al Milan, in quell’inizio aureo di stagione.

Sì, quel ragazzo con il numero 99 sarebbe diventato senz’altro una star, da queste parti. Non l’ha fatto, ma solo perché la vita è stata crudele nei suoi confronti. I rischi del mestiere. E il crociato s’è rotto in una notte d’ottobre, mentre difendeva i colori della sua nazionale contro la Danimarca.

Il resto è stato un calvario superato non senza difficoltà. Il ritorno s’è fatto attendere, il goal anche (Sassuolo, aprile). Ma quello che nessuno si sarebbe aspettato è che i messaggi di stima e d’affetto assoluti si trasformassero repentinamente in critiche. Critiche isolate, sì, ma decisamente di troppo. Arek è stato reo di aver dimenticato qualche meccanismo, di aver fallito qualche goal.

MILIK SHAKHTAR, AREK GIURA: “STO BENE, SONO AL 100%”

Ciò che importa è che alla fine dei giochi Arkadiusz abbia recuperato: “Sono pronto, sono al 100%. Non credo di aver perso qualcosa in questo anno. Anzi, credo di essere cresciuto. Nel periodo in cui non potevo allenarmi mi sono dedicato ad altro: sento di essermi migliorato mentalmente. Ora sono più forte. Fisicamente non provo nessun tipo di dolore”. 

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Arek sta bene malgrado qualche smorfia dall’esterno. Il diagonale chirurgico al Verona ha soltanto mitigato un piccolo malcontento nei tifosi: l’occasione fallita contro il Nizza brucia ancora, per qualcuno. Ma le seconde chance, bene o male, capitano.

E allora di nuovo l’Ucraina, a distanza di 365 giorni. Stavolta lo Shakhtar nel teatro di Charkiv e un Milik che potrebbe seriamente soffiare il posto da titolare a Mertens. Per cercare ancora la porta, una doppietta, un colpo di testa, la redenzione. E il ritorno del ragazzone dell’est nel posto in cui merita di essere: il cuore dei tifosi.

Vittorio Perrone
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Articolo modificato 13 Set 2017 - 16:21

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Vittorio Perrone