Le dichiarazioni di De Laurentiis rilasciate ieri a BeIN Sport hanno, come spesso accade, suscitato diverse reazioni nella piazza partenopea.
PAY TV E TECNOLOGIA
Il presidente ha dato forte risalto ad un fattore per così dire sociologico: i giovani d’oggi sono proiettati completamente verso la tecnologia; i meno giovani, dal canto loro, pensano al risparmio economico preferendo pagare 35 euro al mese per un abbonamento pay tv, anziché poco meno o poco più per un singolo biglietto per lo stadio.
CALO SPETTATORI AL “SAN PAOLO”
I “TUTTO ESAURITO” DEGLI ULTIMI ANNI
Sebbene il calo – che ha colpito, comunque, in generale tutte le squadre di Serie A – il Napoli registra una media spettatori che supera i 30.000 paganti a partita, contro i circa 22.000 media del Campionato, piazzandosi in quarta posizione dietro solo a Inter, Milan e Juventus.
La media degli azzurri, poi, è sicuramente destinata a crescere. Già per la sfida di Champions League contro il Real Madrid, in programma il 7 marzo, lo stadio “San Paolo” si prepara al pienone: nelle prime sei ore d’apertura delle vendite, il 2 gennaio scorso, furono polverizzati 41.000 biglietti; poco dopo, la società ha annunciato il sold-out. Questo vuol dire che saranno quasi 60.000 i tifosi che affolleranno – letteralmente – il fortino partenopeo, nonostante i prezzi dei tagliandi non proprio accessibili a chiunque. Perfino per la trasferta a Madrid si parla di circa 10.000 supporter al seguito; immaginiamo non tutti risiedano casualmente in Spagna in quel periodo, e quindi al costo del biglietto vanno ad aggiungersi spese di viaggio non indifferenti.
STADI ALL’AVANGUARDIA E MEDIA SPETTATORI
Nelle sue dichiarazioni, De Laurentiis ha sottolineato che tra non molti anni non ci sarà più bisogno di stadi come l’ “Allianz Arena”. La struttura che ospita le gare interne del Bayern Monaco, tuttavia, ha ampliato, proprio un anno fa, la sua capienza, portandola a 75.000 posti. Nelle ultime cinque stagioni, inoltre, ha registrato una media spettatori mai inferiore ai 70.000, anzi, sempre in ascesa.
Perché, allora, la situazione dovrebbe peggiorare nei prossimi anni e/o presentarsi differente qui in Italia? La questione non potrebbe, invece, essere che nel Bel Paese non manchino spettatori, ma stadi fruibili? È pur vero che la “battaglia” per uno stadio di proprietà è stata inneggiata a più riprese da De Laurentiis, consapevole che il “San Paolo” non versi di certo in uno stato ottimale. Per il bacino di tifo che lo affolla, però, meriterebbe che si pensasse ad un suo miglioramento e non ad un ridimensionamento causa possibili futuri tifosi inattivi e inattenti.
FATTORE “EMOZIONE”
La domanda cruciale, dunque, è: “Come sarà il tifoso-tipo tra dieci anni?”. Si potrà parlare davvero di cyber-tifosi che affolleranno le piattaforme multimediali più che gli stadi? Ci sono da fare due considerazioni a tal riguardo. Innanzitutto, una riflessione sulle diverse generazioni di supporter: gli adolescenti attuali cresciuti a pane e tecnologia e che potrebbero confermare la tesi esposta da De Laurentiis probabilmente continueranno davvero a disertare – o a frequentare solo sporadicamente – lo stadio; dall’altra parte, però, c’è la generazione appena precedente, quella degli attuali ventenni e più, che probabilmente, almeno per altri due decenni garantirà un “San Paolo” gremito.
Articolo modificato 8 Feb 2017 - 21:21 21:21