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Arkadiusz Milik, un fulmine a ciel sereno: esordio al San Paolo e primo record per il 99 azzurro!

Si conclude 4-2 il match tra Napoli e Milan nella prima partita al San Paolo della stagione 2016/2017 della Serie A TIM, alle doppiette di Milik e Callejon rispondono Niang e Suso. Sono bastati novanta minuti nel terreno di casa a far innamorare i tifosi azzurri del nuovo centravanti, corsa, grinta e due goal: uno di rapina da rapace d’area e uno con un grande colpo di testa da chi, dall’alto dei suoi 186 centimetri, sa che può dominare sia col suo sinistro che col suo stacco.

Analizzando i numeri dell’attaccante polacco salta all’occhio non solo l’estrema concretezza sotto porta ma anche l’importanza all’interno del gioco corale, sebbene il campionato sia solo all’inizio e certamente si può dare solo un giudizio parziale. Ed è giusto tributare un merito a chi ha esordito nel migliore dei modi. Arek infatti ha effettuato 3 tiri di cui 2 nello specchio della porta segnando in entrambe le occasioni, una invidiabile media realizzativa del 100%. Ma il numero 99 azzurro non è solo goal: alle marcature si aggiungono 29 tocchi di palla, 3 occasioni da goal create oltre a nessuna palla persa e due sponde per gli inserimenti offensivi dei suoi compagni di squadra. Inoltre una piccola quanto significativa chicca statistica: il centravanti azzurro è il primo giocatore polacco della storia a segnare con la maglia del Napoli.

Circa due mesi fa nel corso della nostra trasmissione “SpazioNapoli Live” alla domanda su chi sarebbe stato il preferito come sostituto in caso di cessione di Gonzalo Higuain balzarono fuori due nomi su tutti, presi in giro per l’Europa: Harry Kane o Arek Milik. Il campionato è lungo e una partita singola conta poco ma se il buongiorno si vede dal mattino si può dire che il sole sembra sorgere radioso, purché si ricordi una cosa: il polacco non è l’erede di Higuain e non ha nessun bagaglio da trasportare, Milik è Milik e l’unica valutazione la daranno i suoi goal e il suo impegno, non i fantasmi di un passato che non c’è più.

Fabrizio Novellino
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