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Sentiremo parlare molto del goal di Icardi. Era fuorigioco, forse l’avete già sentito da qualche parte. Ecco, se il guardalinee fosse stato più pronto o se il buon Maurito non avesse avuto quel piede oltre la linea dei difensori forse non staremmo polemizzando inutilmente. Inutilmente, sì, perché rimuginare sugli errori non dà frutti e l’obiettivo è sempre quello di guardare avanti.

Ecco, se Icardi non avesse avuto quel piede galeotto oltre la retroguardia azzurra staremmo dando spazio a quello che, a conti fatti, dovrebbe essere il vero caso di giornata. Perché se al ritornello “Vesuvio lavali col fuoco” siamo abituati, di sentire gli ululati razzisti a Koulibaly proprio non ci va. Anche perché pensavamo che a Roma fosse avvenuta una svolta decisiva e quasi storica quando l’arbitro Irrati interruppe il gioco per i “buuu” dei laziali al 26 azzurro. E invece la scena si è ripetuta, con l’ispettore federale di campo che ha annotato l’accaduto in vista di una – si spera corposa – sanzione. Come esempio rieducativo e come monito per tutte le tifoserie, sia chiaro. 

Dicevamo: se Icardi non avesse avuto quel piede davanti a tutti, forse il caso Koulibaly avrebbe lo spazio che merita. Perché per ora è stato trattato sui social, in tv, sui giornali come un caso di scarsa rilevanza, quasi una nota a piè di pagina in quel meraviglioso (solo nella facciata) e multietnico mondo della Serie A. Falso. Nelle trasmissioni televisive, nella rassegna stampa di stamattina e sui social in pochi stigmatizzano l’accaduto. L’Inter gongola per la vittoria e non intende prendere le distanze da quei pochi beceri tifosi, che forse tifosi non si possono definire.

Il punto è che se questa faccenda dovesse passare inosservata agli occhi del giudice sportivo segnerebbe la fine della Serie A multietnica. I calciatori vittime di razzismo vanno tutelati e non il contrario: senza punizioni sono i tifosi a essere invogliati ad alimentare una piaga sociale che in verità potremmo anche cancellare. Come? Pene più severe, anche per la società. Ma è giusto punire tutti se sbaglia uno? Forse il fine può giustificare i mezzi. Diamo esempi e moniti perentori e forse un giorno, negli stadi, sentiremo solo cori di incitamento.

Vittorio Perrone
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