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Un anno. Trecentosessantacinque giorni che sembrano infiniti, un’eternità, un macigno. Perché ogni angolo della città, ogni momento delle nostre vite è ancora e sempre più pregno di lui, della sua passione, della sua musica. La notte del 4 gennaio 2015 fu interminabile: migliaia di fan e milioni di persone monitoravano internet con un solo pensiero: non è possibile, non è vero, non posso crederci. Pino non può lasciarci: non ora, non così presto. Tante ancora le cose da fare, le canzoni da scrivere, le emozioni da regalare, i concerti da sugellare. Eppure forse, il regalo più grande l’ha fatto proprio lui a tutti noi, che sapeva già della sua situazione. perché il tempo non torna ed è il bene più prezioso che si possa condividere.

Pino Daniele è sempre stato di più di un bravissimo cantante, un favoloso interprete e cantautore: è simbolo di un’intera città, delle passioni che la smuovono, della sua sete di riscatto, è l’occhio critico ma innamorato di chi la vive quotidianamente, che se ne vorrebbe distaccare eppure è sempre lì, ad ammirarne le bellezze così come i difetti ma pronta a proteggerla e difenderla contro tutto e tutti. E’ portatore sano di napoletanità in Italia e nel Mondo, contro tutti gli stereotipi che si susseguono troppo spesso nel becero immaginario collettivo altrui. Un napoletano fatto di silenzi assordanti, di sorrisi sinceri, di ironia e di un cuore immenso.

Non è un caso che di amici ne aveva molti, che non sbandieravano i quattro venti il rapporto umano che avevano con lui, Pino, che amava ritrovarsi a casa di amici, con l’inseparabile chitarra, tra una chiacchiera e due accordi. Viveva nella stessa semplicità con cui se n’è andato, lasciando un vuoto immenso in chi lo amava, chi lo conosceva, chi lo seguiva e lo ammirava. Ancor più oggi, ancor più in un giorno di pioggia…
Ciao Pino.

Alessia Bartiromo
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Articolo modificato 4 Gen 2016 - 10:58

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Scritto da
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