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Tre palline per abbellire l’albero del San Paolo: servizi ed iniziative ma rendiamolo azzurro!

SICUREZZA. Ammettiamolo: un big match senza tifosi avversari, in fondo, perde parte della sua bellezza. E per quanto certe volte si senta il bisogno di "stare in famiglia", una parte di stadio che resta vuota fa sempre il suo brutto effetto. Colpa dei tifosi? In parte. Colpa anche della cattiva sicurezza, spesso non in grado di supportare al meglio eventi tanto importanti quanto pericolosi. Sì, la prima palla per abbellire l'albero del San Paolo è proprio questa: una migliore organizzazione delle forze dell'ordine. E poi un incremento di sana civilizzazione tra i tifosi più accesi. Volete mettere la vittoria con la Juventus più mille bianconeri al seguito? Non avrebbe avuto prezzo.more
AZZURRIAMOLO! Ogni stadio che si rispetti ha i propri colori sociali sbandierati ovunque. Molto spesso, l'albero del San Paolo è troppo variopinto e poco azzurro. Per abbellirlo definitivamente, occorrerebbe dare una rinfrescata a tutto: pareti e gestione. Uniti, sotto un'unica bandiera, potrebbe rinsaldare quella vecchia unione partenopea che, decenni or sono, stregò l'Italia intera. "Noi siamo napoletani": mostrarlo, non solo cantarlo. Magari partendo proprio da questo nuovo anno che sta per iniziare: il ventiseiesimo da quel tricolore, forse quello "zero" per il Napoli. Perché alla fine, da dove ripartire se non da casa tua?more

“Dove i percorsi s’intersecano, l’intero mondo lo considererà casa”. Ecco: tra le mille citazioni, quella di Hermann Hesse sembra la più pertinente. Perché poi, in fondo, il filosofo dell’amore potrebbe essere l’unico tra i suoi colleghi davvero in grado di capire cos’accade – a domeniche alterne – allo stadio “San Paolo”. Non un impianto, non un campo. Ma una casa, appunto. Una di quelle da ristrutturare all’istante, però piena di ricordi.

È che gli azzurri, nel bene e nel male, ci sono cresciuti. Cadendo, rialzandosi, vincendo e cadendo ancora. Una sorta di saliscendi emotivo che probabilmente non ha eguali in nessun altro sport, in nessun’altra parte del mondo. Come Napoli, del resto. Unica nel suo genere. Inimitabile nelle sue perfette imperfezioni.

Tale padre e tale figlio, no? E trasformiamola pure così: tale città, tale stadio. Perché dal colpo d’occhio – da lasciarti senza fiato nelle grandi occasioni -, fino al tifo incessante, c’è un mondo di cose che proprio non vanno. Su tutte, il “contorno”.

Cristiano Corbo
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Articolo modificato 24 Dic 2015 - 11:09

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redazione