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La nuova vita di Koulibaly, da joystick di Reina alla scelta in Nazionale per un futuro sempre più azzurro

E pensare che a Koulibaly era già stata addossata l’etichetta di “delusione”. Non fosse stato per Maurizio Sarri, il difensore azzurro sarebbe stato destinato a una parabola discendente che avrebbe potuto portarlo alla cessione persino nella sessione di mercato di gennaio. Effettivamente la stagione 2014-2015 si era conclusa in modo piuttosto amaro, con la beffa del doppio sogno europeo sfumato a causa dei 70 goal subiti in tutte le competizioni. Una difesa colabrodo, e la colpa, in genere, è di chi la comanda. Koulibaly con il suo fisico imperioso avrebbe potuto prenderne seriamente le redini, ma non l’ha mai fatto, e così è finito sul banco degli imputati.

PUNTI DI RIFERIMENTO – Oggi, però, Kalidou vive una nuova vita, protagonista di una stagione che gli sta regalando diverse soddisfazioni. Il sereno dopo la tempesta, potremmo dire riesumando un detto sempreverde. I motivi alla base di questo exploit sono tanti: una figura paterna, un mentore, una guida, in primis. Caratteristiche trovate in Maurizio Sarri, che del lavoro difensivo ha fatto il suo pane quotidiano durante le giornate estive di Dimaro. C’è voluto un po’ di tempo per apprendere i meccanismi e i movimenti richiesti dal tecnico, ma le prestazioni sono cresciute man mano in modo esponenziale. Di conseguenza anche l’umore è salito alle stelle: il centrale azzurro, trovata la fiducia e blindata la porta, si è espresso ad alti livelli con continuità. Vincere, d’altronde, aiuta a vincere, e farlo senza subire reti è una soddisfazione doppia per un difensore. Anche Reina, però, ha avuto un ruolo importante. Striglia, catechizza, sorveglia: secondo Sarri “ha trovato il joystick di Koulibaly”. Forse è vero, ma anche il numero 26 ci ha messo del suo: per ricambiare il favore lo lascia lavorare davvero poco. Se il Napoli non soffre quasi mai è anche merito del difensore senegalese.

SCELTA DI VITA – Già, senegalese. E guai, ormai, a chiamarlo francese. Perché Kouli, dopo aver indossato la maglia dell’under 20 Bleu, si è stancato di aspettare una telefonata da Didier Deschamps e ha deciso di sposare la causa del Senegal. La prima convocazione è arrivata a settembre, e in breve tempo Kalidou è diventato il perno della difesa dei “Leoni della Teranga”. Una scelta di vita, una scommessa in piena regola che ha forgiato il carattere e la personalità del ragazzo, incidendo sul suo carisma e sulla sua esperienza. E ora? Ora Koulibaly pensa alla sua Nazionale: il 17 novembre, infatti, ci sarà la gara valida per le qualificazioni al Mondiale 2018 contro il Madagascar, dopo il pareggio per 2-2 ottenuto all’andata. Kalidou, ovviamente, sarà lì a guidare i suoi compagni dalle retrovie, prima di tornare al Napoli e riprendersi la sua difesa.

Vittorio Perrone

Articolo modificato 14 Nov 2015 - 19:30

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Vittorio Perrone