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Prevedibile, compassato. Non riesce mai ad incidere sostenendo la manovra azzurra, il peggiore in campo per SpazioNapoli è…

Una manovra fluida, istantanea, tocchi di prima come nei crismi di Maurizio Sarri. Il quid necessario per garantire imprevidibilità, incertezza negli equilibri dell’accorto Carpi messo in campo da Castori. Proprio quello che è mancato nella sfida serale del Braglia, con l’epilogo di un pareggio che lascia in dote un carico di rimpianti da smaltire in fretta in vista della sfida di sabato sera, in anticipo al San Paolo contro la Juventus.

Sterilità che ha coinvolto tutti gli interpreti offensivi partneopei. Hamsik, Insigne, Mertens, Higuain, mai nel vivo del gioco al punto da poter arrecare reali pericoli alla porta di Benussi prima e Brkic poi. Lampi di classe sporadici, soverchiati da un’apporto impalpabile per larghissimi tratti di gara. Annegati tra le maglie di una retroguardia, quella emiliana, che non ha mollato di un centimetro per tutti i 90, e oltre, di gioco.

Prevedibilità negli affondi azzurri che consta, quasi in toto, nell’ennesima serata non proprio da incorniciare per Mirko Valdifiori, il peggiore in campo della sfida di stasera. Compassato, latitano le intuizioni, i corridoi in verticale che hanno fatto del regista ex Empoli il migliore interprete nel ruolo nello scorso campionato. Lentezza che finisce per coinvolgere l’intera manovra azzurra, che proprio dagli spunti del metodista attinge linfa vitale per le proprie percussioni offensive. In fase di non possesso l’apporto resta marginale, figlio di caratteristiche certificate e di una condizione che è ancora lontana da livelli importanti. Un’ora a disposizione in cui perdere, nuovamente, il duello con un Jorginho ormai protagonista nelle gerarchie dell’allenatore. Per Valdifiori un inizio stagione in salita, alla ricerca di un cambio di passo, di quella personalità con cui a 29 anni ha conquistato una piazza di spessore.

Edoardo Brancaccio

Articolo modificato 24 Set 2015 - 01:36

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