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Dall’asado alla fiducia di Benitez, chiediamo tutti scusa a Britos

Il sereno dopo la tempesta e quella voglia di provare ancora a dare fiducia. La notte di Wolfsburg incorona Napoli e i suoi talenti, quelli soliti, del reparto avanzato e dal guizzo facile, ma non solo. Gli applausi vanno a Maggio a Ghoulam, alla fermezza di Inler e ai riflessi di Andujar. E un grazie poi, a chi proprio non ci si aspetta, a chi in campo ci mette anima e coraggio, nonostante quelle pecche che, purtroppo, nemmeno sacrificio e lavoro forse annienterebbero del tutto. Il gol incassato alla Volkswagen Arena è solo una parentesi di poco valore, complice un momento di distrazione dettato dal troppo entusiasmo. E lo sa bene Rafa Benitez, che si arrabbia e torna a sedersi in panchina, dimenticando per un attimo il risultato gonfio a favore dei suoi ragazzi.

DIPENDENZE URUGUAIANE – Un applauso a chi il lavoro sporco lo fa da tempo – dicevamo – a quello che ha sgobbato e sudato la maglia, contro le critiche e la consapevolezza di un ambiente del tutto ostile. Le mani sugli occhi e le dita incrociate: è questa la reazione di chi da anni osserva insoddisfatto le prestazioni di Miguel Angel Britos, che con l’arrivo di Benitez ha scalato le gerarchie e ha rubato un posto da titolare. Quel ruolo da terzino sinistro improvvisato, nelle occasioni di emergenza e non solo, hanno distrutto ad inizio stagione l’immagine già poco positiva che traspariva dal passato. La fortuna, si sa, non è mai stata dalla sua parte, come l’intesa con il resto del reparto, ma la determinazione paga e Benitez è diventato Britos-dipendente.

ASADO E NON SOLO… – Ebbene sì, se c’è un posto fisso nei due centrali di difesa resta quello del sudamericano che, oltre a servire asado, sfoggia in Germania il suo lato migliore. Concentrazione alta, rapidità, pulizia e cattiveria: un mix di qualità che, se così sempre venissero fuori, farebbero di lui il difensore da tempo ricercato dalla piazza. Un nodo da sciogliere quello del futuro, strettamente legato alle decisioni della società e a chi siederà in panchina nelle prossime stagioni, ma stavolta, anche per una sola notte, giù il cappello e mani al cielo. Chapeau ragazzo.

Francesca Di Vito
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Articolo modificato 17 Apr 2015 - 14:31

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redazione