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Marek Hamsik simbolo in patria. Ora l’azzurro per ritornare protagonista

Sorrisi a go-go e una speranza: che la pausa di settembre, questa volta, possa dare la spinta e non la mazzata. Vero Marek Hamsik? Capitano felice, Slovacchia rigenerante: il più acclamato dai tifosi, l’idolo della gente, dei bambini e degli adulti che fanno la fila per conquistare un autografo e una foto nella sala del nuovo stadio di Senica, a Ovest del Paese, allestita ad hoc per il grande incontro con i giocatori della Nazionale. «Immagino a Napoli che ondata di folla arriverebbe!» . Un chiodo fisso. La squadra, la città e il popolo del San Paolo: tutti insieme. Come lo slogan che Marek e gli azzurri hanno mitragliato a raffica dopo la vittoria con il Genoa. Canta (il) Napoli; sogna il capitano.

IL MISTERO –  E allora, il tabù da sfatare. L’incubo da cancellare che un anno fa, all’improvviso, ha disturbato la quiete di un Hamsik partito a razzo all’alba della prima era-Rafa: due gol con il Bologna e due a Verona con il Chievo, la forma super e i migliori auspici in vista delle qualificazioni al Mondiale della sua Nazionale. Una decina di giorni e il quadro diventa a tinte fosche: la Slovacchia si gioca il Brasile, lui accusa qualche problema fisico e a Napoli torna il gemello mesto. Il mistero di Marek. E poi l’infortunio: che stagione nera.

IN FORMA –  E ora? Beh, la storia è cambiata per la maggior parte dell’estate, inaugurata dal matrimonio con Martina – dopo anni di unione e due figli – e proseguita con un lavoro fruttuoso e produttivo: in ritiro è già pimpante e in forma. Ma gradualmente, e in concomitanza con il crack di Champions, cominciano a emergere le prime difficoltà: problema collettivo, non soltanto di Hamsik, però è ovvio che la sua voglia di riscatto e la sua fame siano ormai incalcolabili. Esempio pratico: che corsa e che brace negli occhi, dopo il gol del San Mames. Che tristezza, nel momento della sostituzione.

TORNA PRESTO – Il naufragio di Champions, comunque, è il passato: recente, magari ancora bruciante, però comunque è una pagina chiusa che dovrà servire da fondamenta. Come base sulla quale costruire il presente e il futuro: che dicono Chievo, Sparta Praga e poi l’obiettivo scudetto. Un traguardo che, senza il miglior Marek, il centrocampista micidiale che come uno squalo sbucava dal nulla in area e mordeva da fare paura, sarà difficile tagliare: «Recuperare Marek è molto importante: mi aspetto che torni come all’inizio del campionato precedente, prima dell’infortunio. Credo che possa segnare più di dieci gol. Punto molto su di lui» . Parole di Rafa in occasione della prima chiacchierata della stagione, a Dimaro. Una cosa del tipo: torna presto.

LA CARICA –  L’uscita dalla Champions, e dunque il problematico inizio della squadra intera, ha giocoforza rovinato i piani di tutti: Hamsik compreso. Che in appoggio alla punta non ha mai nascosto disagi, ma neanche s’è nascosto dietro gli alibi: è lui stesso ad aver detto di dovere e potere dare di più. Da vero capitano. Da uomo onesto. E allora, che la Slovacchia lo rigeneri al massimo: discreto test in amichevole con Malta, superata per 1-0, e ora un tuffo nelle qualificazioni a Euro 2016. L’appuntamento è per domani a Kiev, con l’Ucraina: «Possiamo giocare meglio contro un avversario più forte. La vittoria, comunque, ci ha dato fiducia» . E da martedì sarà di nuovo il Napoli, la sua vita: «Dopo la Nazionale penserò a preparare al meglio i prossimi impegni insieme con i miei compagni» . Tutti insieme. Appunto.

Fonte: Corriere dello Sport

Articolo modificato 7 Set 2014 - 12:30

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Scritto da
redazione