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Più che verdeoro il Brasile sembra azzurro. E non solo per l’Italia. Perché la coppia d’attacco vista ieri, quella che contro il Fluminense ha assicurato vitalità e fantasia viene dal Sud, dalle terre vesuviane. Perché Immobile e Insigne, la strana coppia, è tutta napoletana. Perché hanno messo in difficoltà Prandelli e le sue scelte. Perché, soprattutto, i brasiliani hanno cantato le nostre canzoni. Sì, proprio quelle.

Chi lo avrebbe mai detto, un giorno. Chi lo avrebbe mai detto che la canzone scritta dal giornalista Giuseppe Turco nel lontano 1880 e messa in musica da Luigi Denza, un giorno, sarebbe arrivata fin lì. Chi avrebbe detto che quella musica scritta per celebrare la funicolare fin sopra il Vesuvio avrebbe riecheggiato dall’altra parte del mondo. Da Piedigrotta al Brasile, con tanto di “Torcida”. Dai vicoli allo stadio di Volta Redonda, nella foresta brasiliana, a 100 KM da Mangaratiba.

Un vanto, una soddisfazione, un piacere per tutti quelli che, in Italia e non, continuano a pensare che il Vesuvio debba fare la sua parte. Insomma, ieri, i brasiliani si sono divertiti sulle note di “Funiculì Funiculà”. E tra una linea della Rai che saltava e un’altra, ci siamo divertiti anche noi insieme a loro. Perché la musica, come il calcio, più che dividere unisce.

Raffaele Nappi

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Scritto da
redazione