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Lezioni su come complicarsi la vita. Vincenti e sofferenti

Un Napoli ferito dopo la sconfitta di Parma e la sbornia contro la Juventus. Un Napoli interdetto, in crisi d’identità. Quale quello vero? Quello spettacolare ammirato contro i bianconeri o quello sbiadito, uscito sconfitto contro il Parma al Tardini?

Non sarà certo la sfida contro la Lazio a dare una risposta alle tante domande dei tifosi azzurri.

Napoli-Lazio è Benitez contro Reja ex allenatore tanto amato al San Paolo negli anni della rinascita. Napoli-Lazio è nella voglia di andare al gol di Gonzalo Higuain dopo il malumore della scorsa settimana al momento della sostituzione. L’attaccante argentino non è uomo dal carattere facile quando si perde. Chi lo sarebbe?

Rafa Benitez sceglie Insigne capitano. Il folletto partenopeo veste i gradi capitano, per crescere ancora e diventare sul serio quel patrimonio che tutti potenzialmente gli conferiscono. Insigne capitano, Hamsik in panchina. Le ultime uscite dello slovacco sono state quantomeno decenti ma oggi siederà in panchina, preferitogli Pandev. Il belga Mertens farà compagnia ai due, Callejon a tirare il fiato.

I primi istanti del match sono tutti appannaggio del Napoli, squadre che si studiano con la Lazio che attende per ripartire in contropiede. Una ventina di minuti sonnacchiosi con la squadra azzurra che fa girare palla senza accelerare mai. Passano però i minuti e la Lazio esce dal guscio. Un paio di occasioni per svarioni azzurri che sono i prodromi del gol che arriva di lì a poco. Albiol (in giornata no sin dai primi minuti) arranca nel seguire Lulic in area di rigore. L’esterno bosniaco si gira e colpisce un incolpevole Reina.

Arrivano i primi fischi dagli spalti. I tifosi sono ancora al fianco della squadra, nonostante tutto. Serve una risposta immediata. La reazione arriva con le molliche. Napoli che si intestardisce nel giro palla spesso orizzontale e quella velocità tanto predicata da Rafa ancora stenta a vedersi. A stento ci rialziamo, complice la Lazio che rincula ancora di più nell’attesa di colpire il Napoli in contropiede. Onazi per poco non ci riesce, sul classico pallone perso al limite dell’area. Anderson spaventa Reina che risponde presente. Alziamo però con difficoltà il baricentro della squadra e creiamo due azioni pericolose, con Behrami che dal limite dell’area tira una spanna sopra la traversa ed Insigne che imbeccato da Higuain da posizione defilata non inquadra la porta.

Quando Mertens fa partire il tiro che insacca il pallone alle spalle di Berisha i tifosi tirano un sospiro di sollievo. Il belga è giocatore su cui puntare ad occhi chiusi per il continuo del progetto azzurro. Quando ingrana la marcia non lo prende nessuno. Non è solo il gol infatti nelle sue corde, accelera a più riprese sulla fascia, saltando gli uomini e creando la superiorità numerica. Peccato che nel finale del primo tempo per una svista di Banti debba beccarsi l’ammonizione che gli precluderà la sfida contro l’Udinese della prossima settimana. Un primo tempo di alti e bassi, squadra un po’ debole sulle gambe ma presente.

Al rientro dagli spogliatoi non c’è Raul Albiol. Lo spagnolo è sembrato lento ed impacciato non il puntuale difensore dell’intera stagione. Fernandez al suo posto a far coppia con Britos. Passano appena tre minuti e gli episodi prendono il sopravvento. Una Lazio quantomeno decente nel primo tempo si accartoccia su se stessa. E’ sempre Mertens a creare, Higuain a punire dagli undici metri. Uno due al limite dell’area tra il belga e l’argentino, Dries si presenta in area e salta di netto Cana che lo stende. Doppia ammonizione per il giocatore e rigore contro. Higuain non fallisce dagli undici metri e torna al gol.

Partita in discesa si direbbe. Il Napoli prova ancora una volta a rovinarsela, rinculando troppo e concedendo almeno alla Lazio l’idea di poterla pareggiare in inferiorità numerica. Invece di cercare il terzo gol gli uomini di Benitez aspettano, facendo tremare i polsi ai tifosi sugli spalti. A levare le castagne dal fuoco ci pensa ancora l’attaccante azzurro. Higuain si inventa un gol, come fece all’andata. Stop di testa a scavalcare Novaretti e palla di destro in gol.

La Lazio barcolla, da una buona partita si profila ora una possibile goleada. Ma il Napoli al solito ci mette il suo e riesce a riaprire la partita ancora una volta. Mandiamo in gol Onazi per il 3-2 che riapre potenzialmente i giochi. Il resto è sofferenza immeritata. Immeritata per i tifosi che assiepano ancora una volta lo stadio anche quando l’obiettivo prefissato è svanito. I quattro minuti di recupero sono interminabili e quando Helder Postiga va a segno in fuorigioco i fischi che scendono dagli spalti sono come spilli per le orecchie.

Per fortuna ci pensa ancora lui, tripletta come Cavani e Maradona. Ma quanta sofferenza.

Antonio Picarelli

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