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La tavola è imbandita con i piatti migliori: Roma-Napoli di questa sera si presenta come una grande abbuffata. Altro che Coppa Italia di una volta, quando la semifinale sarebbe stata l’occasione giusta per vedere in azione le seconde o le terze linee. Questa dell’Olimpico è una gara vera, da affrontare con i titolari, senza turnover.

Totti contro Higuain è sulla carta la «portata» che tutti aspettano sulla tavola del derby del Sole: ma Garcia probabilmente risparmierà il Pupone per la sfida di domenica con la Lazio anche perché a 37 anni non può certo giocare ogni tre giorni. E allora, l’Olimpico diventa terra di duelli inattesi, come quello tra le due rivelazioni della serie A: Callejon e Gervinho. 
In comune il fatto che nessuno dei due fosse stato accolto dai rispettivi tifosi la scorsa estate con le fanfare. Eppure, hanno strabiliato agli ordini di rispettivi tecnici. Callejon dice: «Sono a Napoli perché c’è Benitez». L’ivoriano, che persino a Roma con quel nome tutti pensavano fosse un brasiliano, ha spiegato ieri: «Voglio giocare per tutta la vita con Garcia». Callejon arriva dal Real Madrid dove aveva stregato persino Mourinho, Gervinho dall’Arsenal, dove invece Wenger non vedeva l’ora di toglierselo di torno. Qualcuno aveva messo in rete un filmato con tutti gli errori dell’ivoriano davanti alla porta avversaria: nessuno immaginava che i due sarebbero diventati i pezzi forti di Napoli e Roma. Callejon ha segnato neppure fosse Higuain in questa stagione: 13 gol, compresi i due in Champions e in due in Coppa Italia; Gervinho qualcuno in meno in campionato (cinque) ma è suo il colpo di grazia che ha messo al tappeto la Juventus nei quarti dell’ex coppetta nazionale.

Hanno avuto lo stesso destino, al loro arrivo in Italia. Entrambi sembravano due capricci dei propri tecnici. Qualcuno sorrise quando Rafa disse: «Farà tra i 15 e 20 gol». La previsione sembra completamente sballata: se va avanti così, Callegol chiuderà almeno a quota 25. Quando Mou ha lasciato Madrid, Benitez ha capito che doveva prendere al volo l’occasione di ingaggiarlo. Con lo Special One al Real non ci sarebbe mai riuscito.
Stessa cosa alla Roma perché Rudi Garcia credeva in Gervinho ancor più del Gervinho stesso. I due si conobbero a Le Mans, stagione 2007-2008: l’ivoriano veniva dal Beveren, campionato belga. Nella città della 24 ore andò a buona velocità: 8 gol in 59 partite. È stato a Lille, dove Rudi Garcia si era spostato un anno prima, che Gervais Yao Kouassi è diventato a tutti gli effetti Gervinho (cioè un brasiliano) anche per il calcio internazionale.
Ventotto gol in 67 partite, un numero equivalente di assist, il titolo francese e una Coppa di Francia, l’approdo alla Champions League. Poi l’avventura nefasta con l’Arsenal.
Gervinho ieri ha spiegato: «Quello che conta è vincere trofei, io voglio la Coppa Italia quest’anno». Callejon non è da meno. Anche perché in tutta la sua carriera ha vinto solo una Liga nel 2011. È il momento per entrambi di aprire la bacheca di casa.

Fonte: Il Mattino

Articolo modificato 5 Feb 2014 - 10:26

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Scritto da
redazione