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Il calcio non ha regole scritte, né risultati scontati. È imprevedibile, emozionante, a volte esasperante. La storia, magister vitae, ha insegnato spesso che questo gioco può trasformare sogni in realtà bellissime. Le imprese epiche vengono chiamate ‘rimonte‘ o come va di moda nell’ultimo periodo, le ‘remuntade‘, in spagnolo, una lingua che a Napoli hanno imparato a parlare o a storpiare bene. L’arrivo di don Rafè ha portato in città ventate di novità ed esperienze. Proprio lui, infatti, quelle emozioni, le ha vissute, sfiorate e poi toccate. Allora vestiva i panni del tecnico del Liverpool, 2005 sfida di Champions contro il Milan. In poco più di 45 minuti riuscì a ribaltare il risultato, alzando con le mani al cielo la ‘coppa delle coppe’.

Crederci sempre, mollare mai direbbe qualche sognatore e chissà se il tecnico azzurro, tra i suoi tanti ‘saggi’ proverbi , non l’abbia urlato ai suoi ragazzi. La storia adesso è cambiata, in squadra non ci sono più Gerrard, Xabi Alonso o Smicer, loro il lieto fine l’hanno già vissuto, questo, invece, è ancora da scrivere. Qualcosa però in comune le due squadre ce l’hanno: il numero 3. Si, perché loro, in poco più di 45 minuti, ne hanno rifilati tre di goal alla squadra rossonera, il Napoli dovrebbe fare lo stesso senza subirne per passare il turno. La seconda è la provenienza, una squadra inglese contro una italiana, proprio come 8 anni fa.

La speranza è l’ultima a morire. Altro proverbio, altra filosofia. Benitez e gli azzurri ce la metteranno tutta per riuscire in questa impresa, il Napoli ha indubbiamente un fattore importante dalla sua parte: il dodicesimo uomo, il pubblico. Si prospetta che al San Paolo arriveranno orde di cuori speranzosi ad aiutare con l’anima la loro squadra. C’è chi ritiene, però, impossibile raggiungere tale obiettivo e chi, invece, in fondo, in fondo, in fondo, ci crede ancora.

Comunque andrà, sarà un successo. Il Napoli potrebbe uscire dalla Champions con dodici punti, paradossalmente altri club hanno la qualificazione in tasca con molto meno. Il percorso compiuto fino ad adesso, però, merita indubbiamente applausi, macchiato solo dalla sfida a Londra contro gli avversari di mercoledì, l’Arsenal. C’è quindi voglia di riscatto per dimenticare quella brutta partita. Allora carica a mille, l’esperienza di alcuni e il cuore di altri potrebbero regalare una gioia incommensurabile ai tifosi partenopei e perché no, una nuova fiducia dopo il periodo altalenante di risultati (in 5 partite solo 4 punti). Il sogno Champions, dunque, non è ancora finito.

Non è vero ma ci credo. Fino alla fine.

Articolo modificato 9 Dic 2013 - 19:54

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Scritto da
redazione