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Corrado Sorrentino, allenatore del Napoli femminile, analizza il momento della sua squadra

Lo scorso sabato, al termine della gara pareggiata contro il Firenze, tanto era furente il rammarico per il mancato conseguimento della vittoria, da parte dell’allenatore del Napoli Calcio Femminile, Corrado Sorrentino, da indurci di decidere di posticipare la consueta intervista del post-partita.

L’emozione che infervorava l’animo del tecnico azzurro palesa e ben incarna il repentino e sentito legame che lui ed il suo staff sono riusciti, fin da subito, a creare con le ragazze e con medesima ed inattaccabile eloquenza dimostrano quanto forte sia il desiderio del tecnico azzurro di trainare la sua squadra quanto più in alto possibile.

Nonostante siano trascorsi svariati giorni, il rammarico di Mister Sorrentino è ancora tanto: “Dovevamo vincere e, seppure abbiamo conquistato un punto utile per smuovere la classifica, non riesco a non recriminare per i due punti persi. Ancora una volta, le sorti della partita sono state determinate da episodi, com’è anche accaduto anche nelle altre gare, ma anche da un arbitraggio alquanto opinabile, tant’è vero che il direttore di gara ci ha negato un penalty netto per fallo in area su Pirone ed anche questo è un tema ricorrente che, purtroppo per noi, si ripete in ogni partita. Quando giochiamo in trasferta, ad ogni fallo corrisponde un cartellino giallo, tralasciando quello che è successo a Verona che ormai è storia nota, in casa speravamo di far valere il fattore campo, ma la direzione di gara resta ugualmente discutibile.”

Tuttavia, in maniera molto nitida e sincera, Mister Sorrentino illustra tutte le difficoltà che rendono zoppicante la sua squadra nell’ambito di questa prima parte del Campionato: “Purtroppo sabato, non disponendo di centrocampiste di ruolo, ho dovuto allestire il suddetto reparto, adattando vari elementi della rosa, quali Rapuano, Kensbock ed, inoltre, le nostre giovani calciatrici pagano il prezzo della loro inesperienza oltre alla fisicità delle avversarie che sono chiamate ad affrontare. Non riesco a fargliene una colpa, perché stiamo parlando di ragazze di 15 e 17 anni, il Napoli con i suoi 18,5 anni è la squadra che annovera l’età media più giovane e credo che sia comprensibile che le loro prestazioni siano cariche di emozioni forti, varie, intense e contrastanti: reduci da un Campionato Primavera, si ritrovano a giocare in Serie A, contro avversarie più grandi d’età, più esperte e più dotate fisicamente e tecnicamente. Quindi, non posso pretendere più di quello che stanno dando, ma augurarmi ed augurargli di riuscire quanto prima a rompere il ghiaccio ed acquisire quella scioltezza che può aiutarle a diventare più padrone del campo e conseguire maggiore fiducia nei propri mezzi. Spero che per agevolarle in questo compito, giungano altri innesti, per integrare la rosa ed, al contempo, fare da chioccia alle nostre giovani calciatrici.”

L’esperienza maturata nel calcio maschile, soprattutto lavorando con i giovani e sui giovani, è il bagaglio dal quale l’allenatore sta attingendo nozioni da imprimere in quegli acerbi bruchi, affinché repentinamente evolvano in sontuose farfalle ed è supportato, umanamente e professionalmente, da Dalla Corte e De Maio, due professionisti seri e qualificati, con i quali il gruppo ha consolidato un sincero rapporto, basato su affetto, stima e rispetto reciproco: “Mi sono legato alla squadra fin da subito, è un gruppo dai grandi contenuti morali, composto da ragazze splendide che sanno di poter contare su di me sempre, dentro e fuori dal campo. Queste ragazze, per i sacrifici che fanno e per la passione che riversano in campo, meriterebbero maggiore visibilità ed attenzione, perché rappresentano un’eccellenza dello sport campano e sono un’isola felice del calcio partenopeo, ma la realtà decreta che il Napoli maschile predomina, incontrastato, la scena.”

Ad onor del vero, “la partita nella partita” di Mister Sorrentino che incessantemente dispensa consigli ed indicazioni alle sue ragazze, urla e si braccia, senza mia sedersi in panchina, è un aspetto che ben incarna il sentimento che lega il tecnico alla sua squadra che : “Se potessi, entrerei io in campo a dargli una mano!”

Ed è da questo sentimento di complice e sincero affetto che il Napoli Calcio Femminile deve ripartire, ancorando l’anima di questo gruppo su un solido macigno intriso di affiatamento e spirito di sacrificio.

Luciana Esposito

Riproduzione Riservata

Articolo modificato 7 Nov 2013 - 16:13

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redazione