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E’ un diktat quasi più importante di una vittoria in Champions League, è un monito alla necessità di cambiare il vecchio, ma tanto caro ad alcuni, modo di fare critica e di innescare polemiche premature ed insensate dopo quattro giornate di campionato. Il pareggio contro il Sassuolo è suonato a molti come il solito, risaputo incidente che ogni qualvolta capita sul percorso del Napoli,  e ciò per molti è già servito per rispolverare quello stantio e pregiudizievole approccio ad una critica feroce, ripiombando nella depressione dovuta alla perdita di due punti che alcuni hanno indicato come fondamentali, che si pagheranno a fine stagione, che peseranno come un macigno a conti fatti. Signori cari, dopo gli ultimi anni di esperienze di un certo livello, siamo arrivati al dunque. Siamo all’inizio di uno splendido cammino, di un’avventura che si spera possa continuare ad essere meravigliosa, e già si sente dire che sono venuti fuori i limiti di Benitez e di una squadra incompleta.

No, vi prego, non lo fate, è questo il nostro “Io non ci sto” della rubrica di questa settimana. Non perseguite ancora una volta quel pessimismo plurimo che negli anni ha contraddistinto una platea troppo spesso votata agli eccessi, agli estremismi, alle correnti di pensiero che dimenticano con estrema facilità i mezzi termini. E’ più di un modo di dire il concetto che “la verità sta nel mezzo”, perché saranno pur veri alcuni aspetti evidenziati nei possibili limiti di questa squadra, ma tirarli fuori adesso è sinonimo di incoerenza, oltre che di comprovato pessimismo acuto, figlio di esperienze pregresse nei periodi in cui la sofferenza era il primo sentimento a cui far fronte quando si pronunciava la parola “calcio” a Napoli. E’ finita quell’epoca, oggi, per fortuna, siamo proiettati verso nuovi orizzonti, poliedrici, multicolori, caleidoscopici, che ci consentiranno di vivere momenti calcisticamente da sogno, proprio come la notte di Champions contro il Borussia. Non scadiamo nel solito punto debole di una platea che oggi ha la necessità di assorbire nuove congetture, di voltare pagina e di abbracciare quella maturazione che rende obiettivi quando si tratta di analizzare la squadra azzurra. Essere già depressi, parlare di solita dimensione mediocre dopo un pareggio sembra davvero toccare gli eccessi di una insulsa e sconsiderata critica selvaggia.

Oggi si ha il bisogno di gente equilibrata, di tifosi caldi ma obiettivi, passionali ma con una spiccata capacità di valutazione, anche quando arriveranno le sconfitte e i momenti difficili (meno possibili, si spera). Far fronte ad un campionato così lungo ed impegnativo, ricco di insidie e pericoli sul percorso, aumenta vertiginosamente la necessità di avere al proprio fianco un pubblico intelligente, acuto, che sa capire il polso degli avvenimenti, che sa guardare l’orologio d una stagione, che ha ben chiaro qual è il momento giusto per supportare e quale quello di fare critica. Bisogna essere coerenti e fare gruppo per sostenere questo progetto, il tempo è galantuomo e darà le risposte che adesso non si possono pretendere. Oggi è il momento di sostenere la squadra, se ci sarà un tempo anche per le critiche possiamo soltanto scongiurarlo.

Articolo modificato 27 Set 2013 - 17:22

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Scritto da
redazione