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idee benitez
Sono bastati 45 minuti per capire la differenza che possono fare le idee, 45 minuti per capire che il calcio di Rafa Benitez è agli antipodi rispetto a quello di Walter Mazzarri, 45 minuti per vedere come si possa produrre gioco coinvolgendo tutti gli 11 giocatori in campo sfruttandone le qualità senza per questo affidarsi del tutto alle loro improvvisazioni.

Sono passati pochi attimi dal fischio di inizio per vedere che il Napoli aveva in testa di far girare la palla velocemente, due tocchi e via, e quella palla scorreva velocemente per la larghezza del campo prima di prendere le vie esterne della trequarti con sovrapposizioni rapide oppure le vie centrali con i tagli degli esterni verso la porta. Insomma, qualcuno ci aveva convinti che il Napoli non potesse gestire il possesso palla perché in mezzo al campo si era scelto di avere Behrami insieme a Inler o a Dzemaili e invece ci hanno dimostrato che anche loro possono giostrare nel cuore del campo scalando o salendo nel mezzo per dettare il passaggio e poi far partire l’azione. E fin tanto che la condizione ha retto il Napoli è stato nettamente padrone della palla in tutte le zone del campo, le difficoltà sono emerse nella seconda frazione quando, perse un po’ le distanze in campo e un po’ di freschezza atletica, alcuni giocatori hanno smesso di giocare a due tocchi e hanno cominciato a tenere la palla più del dovuto esponendosi al pressing dei turchi.

Lo ammetto, qualora non si fosse capito, a me è piaciuto molto quello che ho visto. Si è giocato a calcio, ma senza buttar via quanto di buono c’era prima nel gioco del Napoli, come la capacità di ribaltare velocemente l’azione (contropiede nel primo tempo con gol mancato da Hamsik, contropiede nel secondo tempo con Callejon, e ancora con Calaiò due volte), senza però rinunciare a gestire la palla.

Più di un osservatore ha notato nelle scorse settimane come il Napoli schierando in campo ben quattro giocatori di attitudine offensiva rischiasse seriamente di essere sbilanciato e vulnerabile, ma abbiamo visto fin dalle prime battute di gioco come la squadra azzurra quando perde palla si schiera rapidamente con un 4-4-2 con due linee abbastanza strette, con Hamsik che rimane alto vicino alla prima punta e gli esterni che ripiegano sulla linea dei mediani, apprezzabili in un paio di occasioni le chiusure di Callejon in aiuto su Mesto, e anche Insigne già nell’Under 21 ha dimostrato la capacità di giocare come quarto a sinistra nel 4-4-2.

Probabilmente è la linea difensiva a necessitare di più tempo per assimilare a dovere i nuovi meccanismi, è mancata qualche chiusura da parte dei terzini, ma in compenso si è visto come Britos sfruttato in uno spazio più limitato, con la possibilità di giocare in marcatura a contatto abbia mostrato notevoli miglioramenti (pur evidenziando ancora gambe pesanti per la preparazione, ma è normale per un giocatore della sua stazza), annullando del tutto Ylmaz insieme a Cannavaro e limitando a più riprese anche Drogba (che è scappato via due volte, concludendo a rete nella prima occasione, ma ci può stare visto che si tratta ancora di un fuoriclasse efficiente). Rivalutato Britos, Cannavaro si è confermato senza grossi impacci, Fernandez pure si è dimostrato più a suo agio con numerose chiusure aree sugli avversari, anche se grida ancora vendetta quel gol sbagliato in perfetta solitudine. Il secondo tempo ha visto un calo, una perdita delle distanze dovuta ai tanti cambi, ma teniamo presente che mancavano all’appello Higuain, Reina, Albiol, e ancora Maggio, Gargano e già potendo schierare questi calciatori non si sarebbe visto quel repentino calo nella seconda frazione.

Mancano ancora una o due pedine dal mercato, ma i meccanismi di squadra sono comunque chiari e i giocatori sembrano davvero ben coinvolti nel nuovo progetto tattico dell’allenatore, affascinati dalle idee di Rafa e dalla volontà di dimostrare che sono in grado di produrre più del pur ottimo gioco all’italiana (difesa e contropiede) proposto nell’ultimo triennio ad alti livelli, puntando a divenire padroni del gioco in ogni partita come tutti i migliori club del vecchio continente. Potere delle idee. Forza di Rafa Benitez.

Andrea Iovene

Riproduzione Riservata

Articolo modificato 1 Ago 2013 - 09:40

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Scritto da
redazione