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Benitez Cavani \ Quando un ingegnere si mette all’opera per gestire i lavori di un cantiere, mette in chiaro che il principio da cui bisogna prescindere è la solidità delle basi su cui costruire il progetto, le fondamenta capaci di tenere in piedi l’opera e consentire un proseguo dei lavori di una certa qualità. Se vengono meno questi aspetti, è difficile, o perlomeno arduo, portare avanti l’idea lavorativa in maniera soddisfacente e soprattutto in modo da poter inserire, strada facendo, le modifiche capaci di portare a termine il progetto. No, non è uno sproloquio senza capo né coda, oppure un delirio di un appassionato spettatore delle vicende azzurre, ma vuole essere un monito per ciò che potrebbe essere il futuro di questa squadra dopo l”ingaggio di Rafa Benitez, un uomo come per dire un segnale, una chiara linea guida da seguire fedelmente per essere votati sempre al miglioramento. Ora, messo il primo tassello, oppure, restando in tema con l’edilizia, il mattone che inaugura una costruzione di un nuovo progetto targato De Laurentiis, dovremmo aspettarci di proseguire sulla stessa lunghezza d’onda in termini qualitativi, ospitando nel lungo cammino che porterà al 31 Agosto, nomi altisonanti, calciatori di caratura mondiale, ma non solo.

No, non può essere tutto qui, specie quando hai in casa l’uomo dei sogni, il calciatore più ambito in questo momento, l’atleta perfetto, per qualcuno l’alieno sceso in terra per insegnare il verbo del gol. Ed allora ripieghiamo quotidiani sportivi e adibiamoli ad utilizzi culinari (ricordate il “cuoppo” per inserirvi la frutta?), chiudiamo pagine web sui più disparati siti di mercato, facciamo scena muta davanti agli annunci delle locali trasmissioni sportive che parlano di nomi come fossero già in campo con la casacca azzurra, dimentichiamoci che esiste un’estate fatta di trattative, tira e molla, telenovelas e acquisti boom. Oggi chiediamo di non comprare, ma anche di non vendere. Ed allora, caro presidente, che lei lo voglia o no, è forse questa la più grande operazione di mercato che lei possa fare adesso, e cioè quella di togliere dal mercato il Matador, un gesto, un segnale, un chiaro intento di dare al buon Rafa il suo primo alibi mancato, lo scettro magico da cui cominciare la lunga schiera delle magie per rinverdire un gruppo di ragazzi in attesa di istruzioni, e di uomini, ovviamente, in grado di costruire l’armata Benitez.

Certo, si, non possiamo ignorare la cifra, ma crede che un sacrificio del genere non possa portare nelle casse azzurre monetine provenienti da altre fonti? Con il Signor Cavani non crede che si possa davvero dire di avere un potenziale d’attacco di prim’ordine? Ed allora, non c’è Torres che tenga, non c’è Dzeko che serva se in casa puoi permetterti il lusso di avere un uomo chiamato Cavani. Ci sarà tempo per non rimpiangere questa vendita, così come ci sarà tempo e modo per poter dire, un giorno, di aver fatto la scelta giusta. Per cui, caro presidente, se ha avuto il buon gusto di concludere l’ingaggio di Benitez, abbia la compiacenza di sforzarsi di non vendere il bomber più ambito in questo momento. Ciò vorrà dire potere, ciò vorrà dire “Io voglio vincere davvero”.

Articolo modificato 1 Giu 2013 - 18:06

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Scritto da
redazione