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Ieri sera all’Adriatico, si è disputata Pescara-Napoli. Una partita che ha destato le preoccupazioni e i timori di tutti, non per la forza tecnica dell’avversario, squadra novellina della serie A, per questo ancora inesperta, acerba e con una compagine poco competitiva per gli alti standard qualitativi richiesti dalla massima competizione, ma per l’elevato spessore agonistico con il quale i delfini sono soliti giocare. In quanto, nonostante la loro quasi matematica retrocessione in serie B, hanno scelto di giocare al meglio delle loro possibilità, continuando, ovvero terminando, nel migliore dei modi la loro esperienza nella serie A.

La partita si è conclusa con una vittoria per gli azzurri, con tre reti di Inler, Pandev e Dzemaili, il quale ormai riesce solo in goal spettacolari e dalla distanza. Ma nonostante la conquista di tre punti importantissimi, che allungano le distanze dal Milan riducendo quella dalla Juve, è stata una vittoria senza gioco.

Come spesso succede, è sceso in campo, almeno in buona parte del primo tempo, un Napoli spento, incapace di impostare il suo classico gioco arioso e armonioso, e visibilmente in difficoltà nel gestire l’alto pressing dei pescaresi, i quali hanno puntato molto sull’aggressività e su uno studio della partita atto a limitare le manovre di gioco dei partenopei per evitare di subire troppo. Ovviamente i goal ci sono stati, come era ovvio, e anche tante altre occasioni ben costruite ma sprecate sotto porta. Però manca ancora quella continuità di cinismo e di concentrazione durante le partite, che potrebbe rivelarsi il tallone d’Achille degli azzurri, a volte, vittime di vertiginosi cali di tensione.

Un atteggiamento, quello degli azzurri, che si palesa soprattutto contro le “piccole squadre”, con le quali la vittoria su carta, si rivela ardua sul rettangolo verde, e nei peggiori dei casi i pronostici si ribaltano.

Ovviamente, soprattutto nelle ultime gare di campionato, la vittoria è la priorità, e la spettacolarità può essere surclassata.

Ma diciamocela tutta, la grande squadra non è fatta solo di punti e vittorie, è data anche dalla sinergia perfetta tra tecnica ed eleganza, tra spettacolarità di fraseggio e grinta, tra prestazioni eccezionali e tanto sudore.

Ma sono solo piccoli accorgimenti, perchè ormai il Napoli c’è!

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Alina De Stefano

 

 

Articolo modificato 28 Apr 2013 - 12:11

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Scritto da
redazione