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Quattro goal in due gare. Numeri da capogiro. Una media di realizzazione degna del migliore top player strapagato dal magnate arabo di turno. Insomma un piccolo “record” che inorgoglisce chi lo vanta.

Ma in questo caso, non parliamo dell’immenso Cavani nè del talentuoso giovane Insigne o dell’attempato, ma con una tecnica sopraffina, Pandev.

Parliamo di un piccolo pollicino, che da un pò di tempo a questa parte si improvissa gigante. E non è un pavoneggiarsi vuoto e avulso da una qualsivoglia pragmaticità. E’ un atteggiamento giustificato e conseguenziale a tutto quello che è riuscito a fare, a creare e a trasmettere in quel campo verde dei miracoli. Quello stesso campo che oggi ti condanna e domani ti spiana la strada per la rivalsa. Una rivincita attesa, che si è concessa tempi un pò troppo lunghi, ma alla fine è arrivata. E si è palesata alla grande per Blerim Dzemaili, con una tripletta contro la “bestia nera” azzurra, il Torino, e un tiro forte, preciso e imparabile, contro la sorella Genoa.

E si ricomincia da qui. Perchè questo è un nuovo inizio per lo svizzero napoletano, sventurato protagonista di un principio di stagione spento, piatto, negativo e sottotono.

Declassato a riserva di Inelr(che invece viveva un momento fulgido, dettato da un equilibrio e una tranquillità mentale, coadiuvata da una condizione fisica perfetta)è restato troppo tempo nella penombra, fino a diventare un’ ombra del giocatore che era, o meglio di quello che aveva lasciato credere fosse. Centellinato in poche gare, mostrava poca lucidità, troppa insicurezza nel gestire la palla, spaesato in un centrocampo che non era più suo, di cui, forse, conosceva le dinamiche su carta, ma portarle su un campo, è tutta un’altra questione. Demotivato, nervoso e poco scattante. Danneggiava la squadra, lasciando filtrare troppi palloni in un centrocampo di per sè, troppo leggerino.

E poi all’improvviso, sbalordendo tutti, si (ri)scopre Bomber. Indossa le scarpette del campione e sciorina in campo tutta la sua classe, immaginata, sperata e poi palesata.

Segna. E quanto segna. Sotto porta, dalla distanza, con tiri ad effetto, di potenza o con classe.

Ma segna.

E così Napoli, ritrova un altro “attaccante aggiunto”, dopo Hamsik e Inler, estrapolandolo sempre da quel centrocampo, punto di forza della squadra. Insomma uno Dzemaili nuovo, che ha ritrovato smalto e determinazione, e  una sicurezza che esplonde in prestazione di altolivello.

Così, piano piano, la primavera con un sole più caldo e profumi più intensi, ha destato da un  letargico e soporifero momento una squadra che stava andando allo sbando, minando sogni, speranze e progetti.

Ma ora, con un’armonia ritrovata e giocatori che sono tornati ad essere grandi campioni, il sole è tornato a picchiare sulla città immortale, più forte e caldo di prima.

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Alina De Stefano

 

 

 

Articolo modificato 8 Apr 2013 - 15:49

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Scritto da
redazione