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Dal San Paolo a Pechino, nella sfortunata finale di Supercoppa, passando per Anfield, Stamford Bridge, l’Allianz Arena, l’Etihad. E poi, il Mondiale in Sudafrica e l’Europeo di Polonia e Ucraina, e soprattutto le lacrime sul prato dell’Olimpico dopo la conquista della Coppa Italia: Juve al tappeto, Napoli e De Sanctis in paradiso. Che galleria, che carrellata di emozioni: il rinascimento napoletano – dopo il fallimento – è stato scritto anche dalla sua mano. Dalle sue mani. E ora? Fermarsi? Macché, non è in calendario. Davanti ci sono ancora coppe, campionati e sogni con le maglie azzurre: quelle del Napoli e della Nazionale, con cui chiuderà il cerchio di una splendida esperienza in Brasile, nel 2014, con il Mondiale. A 37 anni. Infinito.

Finalmente è arrivata la firma che mancava del prolungamento del contratto. Ma ora altre due stagioni. Il portiere ha ancora voglia di essere protagonista della squadra di Mazzarri. Morgan De Sanctis ha rinnovato ufficialmente il contratto che lo lega al Napoli fino al 2015. Un prolungamento divenuto concreto con l’autografo che il portiere della Nazionale ha messo in calce a tutte le carte di sorta, ma che virtualmente era già stato definito prima di Natale, dopo un incontro con il presidente De Laurentiis in persona. Ancora insieme. Ancora a lungo, felici e contenti. Ha firmato De Sanctis, rendendo legalmente efficace quanto stabilito in sede di trattative con De Laurentiis e il suo manager, Federico Pastorello. Continuerà a lavorare con Mazzarri e con i colleghi di una squadra che Morgan ha visto crescere sin dall’alba dell’era Donadoni, il primo tecnico ad averlo allenato in azzurro, seppur per pochi mesi. Poi, il cambio in panchina e l’inizio di una saga meravigliosa che lo ha visto super protagonista in campionato, in Champions, in Europa League e poi in Coppa Italia.

Ora in vista c’è il Parma. Trasferta delicata, ma De Sanctis è pronto. Come sempre. E al diavolo l’errore di Firenze: un episodio, una parentesi piccola così in mezzo a fiumi di inchiostro. Tra le righe di un romanzo scritto da Morgan, 36 anni a marzo, sin dai primi giorni in maglia azzurra: parate su parate sin dall’estate 2009; partite su partite, prestazioni sempre sopra molto buone e a volte eccezionali. Un portiere decisivo da anni e non può bastare un clic per azzerare tutto il buono. Sarebbe ingiusto. Il caso fiorentino va messo da parte. Si tratta di un caso isolato che non può, non deve influire.

Fonte: Corriere dello Sport.

Articolo modificato 25 Gen 2013 - 11:19

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Scritto da
redazione