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Cerchiamo di capire quali potrebbero essere i punti deboli della Fiorentina di Vincenzo Montella. Da analizzare in primis l’aspetto psicologico: i viola vengono da tre sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia, ma tutte quante maturate in modo casuale (Pescara e Roma in Coppa) o per episodi arbitrali sfavorevoli (vedere fuorigioco di Domizzi ad Udine in occasione del pareggio di Di Natale su rigore), quindi di certo non si può dire che la Fiorentina non stia producendo gioco. D’altro canto la tranquillità mostrata da Montella nelle dichiarazioni dopo le tre sconfitte è specchio di una squadra che crede in quello che fa, aldilà dei risultati. Insomma, è inutile sperare che domenica ci sarà in campo una Fiorentina sfiduciata e molle, tutt’altro. Scendendo però più nell’ambito tecnico, notevole sarà l’assenza di Pizarro, quasi certa ad oggi. Il regista cileno non si è ancora del tutto ripreso dalla distorsione al ginocchio rimediata contro il Pescara 10 giorni fa. Non è un caso, forse, che a partire dal suo infortunio la Fiorentina abbia perso tutte le partite disputate: questo perché il numero 7 viola è insostituibile nel suo ruolo e quando è assente costringe uno tra Aquilani e Borja Valero a coprire il suo ruolo, ma entrambi da adattati. Neanche i vari Migliaccio, Romulo o Mati Fernandez possono degnamente rimpiazzarlo. Questo sarà certamente un punto debole dei viola, che senza il cileno hanno meno qualità e meno quantità di palleggio. Con l’assenza di Pizarro di certo il Napoli non cambierà però l’approccio al match, che dovrebbe essere di attesa e ripartenze veloci, ma sicuramente si rischierà meno di farsi schiacciare nella propria area a causa di lunghi possessi palla avversari. Farsi schiacciare: questo dovrà evitare il Napoli, perché è vero che il gioco di Mazzarri punta alle ripartenze, ma i suoi ragazzi riescono a fare ciò se tra loro e la porta avversaria non ci sono grandi distanze da coprire (soprattutto da quando non c’è più il Pocho). Quindi fondamentale sarà la compattezza in fase di non possesso, anche al fine di impedire di far arrivare palla spalle alla porta all’armadio Toni, rivitalizzato dal ritorno in “patria”, capace di far salire la squadra e di attirare su di sé l’attenzione di almeno due difensori. Al fine di una miglior copertura degli spazi quindi potrebbe essere una mossa più intelligente schierare Insigne dall’inizio, giocatore con più gamba e resistenza di Pandev e più cattivo nel pressing. Così magari l’innesto del macedone a partita in corso e con più spazi sarebbe più utile ai fini della manovra azzurra. Infine, decisive come mai saranno le fasce. Il 3-5-2 di Montella ricorda infatti quasi il 3-5-2 di Conte, che prevede degli esterni molto larghi ed alti, quasi a formare un 3-3-4. Fondamentale perciò sarà il lavoro doppio (in copertura e in fase offensiva) di Maggio e Zuniga, che se la vedranno rispettivamente con Pasqual e Cuadrado. Entrambi i duelli sono alla pari come forze e come caratteristiche, e per fortuna pare che sia Christian che Zuzù siano nel momento migliore possibile in quanto a forma fisica e mentale. Tutte ipotesi e speranze, ma alla fine sarà importante la cattiveria sotto porta dei nostri attaccanti, uno su tutti ovviamente Edinson Cavani, apparso spento contro il Palermo. Speriamo che la grinta sua e dei suoi compagni sia quella giusta e che le ultime due settimane da sogno (6 punti in campo + 2 recuperati fuori) non abbiano intaccato la voglia di vincere dei nostri ragazzi. Solo in questo modo è lecito sognare…

Articolo modificato 18 Gen 2013 - 19:03

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Scritto da
redazione