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Accade, in dei precisi momenti dell’esistenza di ognuno, che occorra prendere un lenzuolo, arrotolarlo attorno alla ragione, e soffocarla, altrimenti ci si condannerebbe al tedio e alla quiete disperazione.

Questo è ciò che i tifosi devono fare all’indomani della sconfitta bergamasca. La ragione sussurra a “voce spiegata” che il Napoli non può lottare per il tricolore, che dobbiamo rassegnarci a un campionato che veda nella qualificazione Champions il suo massimo obiettivo.

Stamattina ci pesava aprire i giornali, ci pesava andare al cimitero, ci pesava l’assenza di quell’adrenalina che si accompagna alle grandi speranze. La ragione ci ha parato innanzi le sue ossute mani e ce le ha portate alla bocca, intimandoci il silenzio. Tristi come bambini ai quali hanno negato un giocattolo promesso, seri come chi ama barattare il gioco con la vita.

Dobbiamo soffocare la ragione, non ci sono possibilità residue e alternative. Dobbiamo zittirla se vogliamo ancora inebriarci all’attesa del prossimo incontro, se vogliamo provare ancora quell’assurda emozione che ci fa spasimare per 90 minuti. Chi ha creduto al Paradiso non può essere contento di vedersi relegato in Purgatorio, chi ha sognato il primo posto detesta la nobiltà del secondo.
La ragione, a sentirla, urla tutto il suo radicale pessimismo, ci porta davanti allo schermo dei desideri e ce li mostra infranti, troppo grandi per essere veri, troppo fragili per resistere alla bufera della realtà.

Ragione io ti soffocherò, ne vale la mia vita e il mio desiderare. Mai mi sottarrò all’obbligo morale della speranza, fosse anche che dovrò ritrovarmi deriso e insultato. Napoli è delirio, e il delirio non si accompagna al triste pensare…

Carlo Lettera
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Scritto da
redazione