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Non ne avevamo bisogno. Sapevamo da tempo dove può arrivare la rete. Falsi morti, falsi incidenti, false promozioni. Sì, false promozioni. Perché quella di ieri per la città di Taranto è stata una giornata da ricordare, e subito da dimenticare nuovamente.

Sono le 14 di un pomeriggio assolato. Fa caldo. Comincia a diffondersi la voce di un presunto esito positivo del ricorso presentato al Tar del Lazio da un gruppo di tifosi, capeggiato dall’avvocato Russo. Via i 6 punti di penalizzazione e sorpasso automatico nei confronti della Ternana al primo posto del girone a di Lega Pro. Il Taranto torna in cadetteria dopo 19 anni. Urli di gioia, commozione, sfilate per le vie del centro. Taranto è una città in festa. Arrivano a pioggia i commenti dei protagonisti: “Sono felicissimo – interviene l’avvocato Russo al Corriere del Mezzogiorno -. Ci siamo rifatti alle disposizioni della Corte di giustizia europea, che pretende penalità sportive proporzionate alla situazione economica generale e particolare. Non si può, come nel caso del Taranto, impedire a una società di andare in B per dei ritardi nei pagamenti”. Si parla di un commento anche del presidente della Lega Pro Macalli.

Diversi siti (come noi) riprendono immediatamente la notizia, e tutti giù a celebrare il ritorno di una squadra del sud in serie B. Ma il ritorno alla realtà è drammatico, sportivamente parlando. È tutta una burla, non è altro che un scherzo, uno spiacevole scherzo. La sentenza del Tar, quella vera, arriva come un canto lugubre per i tifosi presi dai festeggiamenti: “Il ricorso è inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione quanto all’azione annullatoria”. Caso chiuso. Niente festa, niente promozione. Tornate a casa, rinfoderate le bandiere, strozzate i canti di gioia. Non sappiamo chi sia l’autore della solenne canzonatura, il motore che ha messo in piedi un meccanismo perfetto nella sua perfidia. E forse mai riusciremo a scoprirlo. Quel che resta, però, è la delusione che accompagna i tifosi di una squadra che con passione e calore avevano creduto al sogno. Resta l’amarezza che ci accomuna a loro, guardandoli così delusi dopo una gioia così bella quanto inaspettata. Resta la disillusione verso un mondo che sta valicando tutti i limiti, che arriva a burlarsi anche dell’aspetto più genuino del calcio: la passione dei tifosi.

Raffaele Nappi

Articolo modificato 29 Giu 2012 - 10:30

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