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La natura ragiona, adotta soluzioni, riformula incessantemente se stessa. Crea gli uomini, li fa alti e possenti, ora bassi e tarchiati, ora ancora neri, gialli e bianchi. La natura ama variare il suo spartito, intelligente fino al sofisma spiazza chi credeva di averne stabilito  leggi e  funzioni.

Gargano è un esperimento, riuscitissimo peraltro, che la natura si ripropone di adattare in seguito;  per ora,  gelosa di ciò che ha creato nasconde,  a chi cerca di possederla,  la formula precisa, i legami chimici che ha inventato in una notte di delirio. Gargano non è un uomo assimilabile alla sua specie, è una ribellione della fisica, uno spavento che la natura utilizza per dei propositi che ci sfuggono. Il Mota non è meno misterioso di quell’Aristotele che fabbricava l’universo, né meno inquietante per chi l’incontra di quelle Erinni che ristabilivano il peso della giustizia.

Sì, Gargano è il tedoforo della giustizia, a lui la divinità della bilancia ha concesso il riequilibrio, lo ha fatto partecipe di un segreto e di una virtù che lo rendono “illuminato”, uomo giusto inviato a Napoli per ristabilire l’armonia attraverso la furia. Walter è l’epos incarnato, soggetto che con la volontà e il cuore ha respinto la presunta “inferiorità” fisica, ribellandosi come un Titano alla legge che lo voleva ai margini. Se i muscoli non sono poderosi lo è invece il cuore, caverna che ospita un sangue grezzo e perciò puro, incontaminato, selvaggio. E corre, corre, corre ancora, perché sa che non ci si deve fermare, sa che il moto governa l’universo e che la stasi è parente della morte.

A Gargano non interessa la geometria né la rima ricercata, il suo piede non batte l’ Olimpo, ma sa di vita, sa di sangue, sa di riscatto.  La sua corsa non appartiene alla fuga, ma all’inseguimento; non tesse le tele ma si diverte a ridurle ai loro principi primi. Gargano è la vita: vitale, gioiosa, faticosa, estrema. Lui si diverte ad azzannare il pallone che gli sfugge, e così azzanna anche la vita. E’ a suo modo un maestro, sa insegnare la lotta, è in questo senso il culmine dell’evoluzione.

Gargano è l’anima del Napoli, il suo soffio vitale…perso Gargano Napoli perderebbe la fede. Sì, perché Gargano è anche la Fede, la speranza di correre più forte, di spezzare il filo della giocata nemica. Gargano è ciò che dovrebbe essere  la vita nella sua radice prima

Carlo Lettera

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Articolo modificato 12 Giu 2012 - 20:57

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