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Un anno fa, era la sera di un gelido lunedì invernale, quando il Napoli andò in scena alla “Scala del calcio”contro il Milan.

Così sarebbe dovuto essere anche quest’anno, se solo il clima artico che abbraccia Milano, così come gran parte dell’Italia, non avrebbe imposto direttive diverse.

Un anno fa, si giocava alle ore 20:45 . Si scende in campo alle 15:00, quest’anno.

Un anno fa, così come avviene oggi, il calendario collocava questa sfida nel mese di febbraio.

Un anno fa, quando accolse tra le mura amiche gli azzurri, il Milan era in testa alla classifica con 55 punti, seguito proprio dal Napoli a quota 52.

Oggi, la classifica recita quanto segue: il Milan è secondo con 43 punti, distaccato di una sola lunghezza dalla Juventus, mentre il Napoli è settimo con 30 punti.

Un anno fa, Milan-Napoli era una sfida-scudetto.

Oggi, lo è solo per i rossoneri.

Un anno fa, l’intera città accarezzava il sogno “dell’impresa”: il saccheggio della Milano rossonera da parte degli azzurri per dare corpo in maniera eloquente al desiderio di riportare il tricolore  tra le braccia di Partenope. Era già pronto il popolo di fede azzurra ad accogliere all’aeroporto di Capodichino i suoi beniamini come eroi che fanno ritorno in patria, dopo un’ estenuante battaglia. Come sovente è avvenuto in seguito ad un’impresa storica conseguita da Mazzarri e i suoi.

Così non fu quella sera, però.

Un anno fa, il Napoli a Milano, forse, non è mai arrivato.
Un anno fa, in quella circostanza, gli azzurri diedero vita ad una delle peggiori prestazioni dell’era Mazzarri. Mai in partita, mai incisivi. Proprio nella sera in cui, più che mai, avrebbero dovuto scendere in campo 11 leoni, 11 guerrieri, disposti a perdere tutto, ma non quella partita.

Era il loro popolo a chiederglielo.

Era il desiderio di rivalsa della loro gente ad urlarlo a gran voce.

Un anno fa, la fame di vittoria dei napoletani, tuttavia, quella sera, non fu saziata.

Un anno fa, quella sconfitta decretò la fine di un sogno chiamato “scudetto”, ma, al contempo, diede il via ad una nuova ambizione: la ChampionsLeague.

Un anno fa, l’intera città di Napoli uscì dal San Siro con l’amaro in bocca, ma di lì a poco la squadra seppe trovare il modo per addolcire la pillola.

Sarebbe facile ed altrettanto avventato concludere che domani c’è “molto di meno” in palio.

Non è così.

Ci sono 3 punti che, di per sé, hanno un valore importante, giacché mancano da un pò in casa Napoli.

Una vittoria risolleverebbe il morale della squadra, ma soprattutto di quei tifosi che hanno accompagnato con i fischi l’ingresso negli spogliatoi degli azzurri, al termine dell’ultimo match interno contro il Cesena. Questo segnale comprovato di malessere e scontento, da parte della piazza partenopea, può essere tamponato solo con “un’impresa”, una di quelle che hanno arroventato la passione di questo pubblico, tanto generoso quanto  pretenzioso, tanto comprensivo quanto intransigente, a maggior ragione, quando l’avversario da affrontare ha un valore e un prestigio come quelli insiti nel nome “Milan.”

Un anno fa, su quello stesso campo, il Napoli ha detto definitivamente “addio” ai sogni di gloria legati al Campionato.

Quest’anno, vincere su quello stesso campo, potrebbe voler dire “benvenuto” a un nuovo vigore ritrovabile attraverso il conseguimento di una tanto agognato successo che potrebbe dare il “là” alla rimonta degli azzurri.

Vincere per ribaltare la storia di un anno fa.

Vincere per dimostrare che nulla è scontato o prevedibile, nella vita così come nel calcio.

Vincere per prendersi una giusta rivincita e chiarire che quando il Napoli gioca da Napoli non esistono tabù, né compagini in grado di sminuirne il valore o appagarne la fame di conquista.

Vincere per conferire il giusto e doveroso orgoglio alla maglia azzurra, troppo mortificata negli ultimi tempi.

Luciana Esposito

Articolo modificato 4 Feb 2012 - 20:51

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Scritto da
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