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La prima rotazione-ri­voluzione non è an­data bene. A Verona, campo che sotto i piedi del Napoli si traforma in una bòtola traditrice, Mazzarri ha cambiato sette giocatori su undi­ci rispetto alla partita col Milan: Fernandez per Campagnaro, Fide­leff per Cannavaro, Dzemaili per Inler, Zu­niga per Dossena e so­prattutto Mascara per Hamsik, Santana per Lavezzi e Pandev per Cavani. In più, ha spo­stato Aronica al centro della difesa, in una po­sizione non sua che tut­tavia ha ricoperto sen­za problemi. In assolu­to, però, il Napoli ha perso tutto quello che l’aveva contraddistinto in queste prime partite: il gioco, le distanze fra i reparti, la brillantezza, la sicurezza, la convin­zione di poter passare, la forza. I pareggi inter­ni di Juve e Milan, oltre alla sconfitta dell’Inter a Novara, hanno modi­ficato solo di poco le po­sizioni in classifica e oggi Mazzarri può esse­re sollevato al pensiero di riavere Cavani, La­vezzi e Hamsik più ri­posati per un altro trit­tico terribile, Fiorenti­na (6 punti in classifica come il Napoli), Villar­real e Inter in otto gior­ni.

DA ALLENATORE… – Nes­sun dramma, nessun processo. Sarebbe as­surdo, oltre chè tecni­camente sbagliato dopo le stupende gare del Napoli. Tuttavia quanto visto a Verona suggeri­sce una riflessione su Walter Mazzarri, pro­babilmente il tecnico/tattico più bra­vo della Serie A. E’ dif­ficile trovare una squa­dra che ammetta una paternità così netta: ri­conosci una formazione mazzarriana fin dalle prime azioni, ha un marchio inconfondibile e non solo per la difesa a 3, ha dei movimenti sempre più difficili da contrastare e fa cresce­re i suoi giocatori ( Maggio l’esempio più chiaro) come riesce a pochi. E’ da sempre un maestro della tattica.

… A GESTORE – Quest’an­no però deve inglobare nel suo bagaglio profes­sionale anche una ca­ratteristica diversa, quella di saper gestire impegni a ripetizione ai livelli più alti. Anche l’anno scorso il Napoli giocava ogni tre giorni, ma era l’Europa Lea­gue e le pressioni erano diverse. Anche l’anno scorso il Napoli si bat­teva per lo scudetto, ma nessuno lo pretendeva, nemmneno lo chiedeva. Quest’anno lo chiedono tutti e qualcuno addirit­tura lo pretende. Ecco perchè Walter deve di­ventare anche un abile gestore, un pochino me­no Mazzarri ( ma, per fortuna, non ci riuscirà mai…), un briciolino più Ancelotti.

Facciamo un esem­pio: quando il martedì riuniva la sua squadra, prendeva un giocatore, diciamo Gargano, e co­minciava a parlargli del suo avversario, diciamo il novarese Mazzarani.

” Vedi quello lì? Quello taglia il campo, va da destra a sinistra, fa questo, fa quest’altro, tu devi metterti lì, devi stare attento al taglio”.

Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, saba­to, la domenica mattina Gargano sapeva quante zie e quante pro- zie aveva Mazzarani. Que­st’anno è impossibile perchè prima del nova­rese ci sono altri due clienti per Gargano e i giorni per il…martella­mento sono pochi. Ecco il salto definitivo, l’an­no risolutivo per Maz­zarri: deve allenare con dei veri e propri ” full­immersion”. Se compie anche quest’ultimo pas­saggio, diventa uno dei primi d’Europa.

Fonte: Corriere dello Sport

Articolo modificato 23 Set 2011 - 09:35