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Eravamo già in panico e in crisi d’astinenza da stadio per lo sciopero di una categoria che in tutta onestà fatichiamo a vedere come “lavoratori” che ci giunge dalla rete la notizia di un’amichevole al sapor di cannolo con annessa presentazione della squadra. Presentazione che ricorda vagamente uno spettacolo già visto il lunedì prima in uno stadio catalano che difficilmente dimenticheremo. Non per il risultato, forse anche per quello, ma soprattutto per la lezione di playstation a cui tutto il mondo assiste ormai da anni, per la gioia di vedere Grava al Camp Nou, per la rovesciata di Cavani  e le nostre prove tecniche di trasmissione nell’urlo formato Champion’s dato quando abbiamo visto la palla dentro, salvo poi quasi piangere quando abbiamo capito che era appunto solo una prova. Non dimenticheremo quei primi venti minuti di illusione e quel successivo 70% di possesso palla del Barcellona. Praticamente abbiamo toccato palla solo con i rinvii di De Sanctis dopo i tiri di Messi e compagni. Non dimenticheremo per una battuta dopo il quarto goal di un compagno d’avventura: “ Però 4-0 è ancora dignitoso”. Mai parole furono più smentite. Un secondo dopo i catalani ci salutavano con la manita, tanto acclamata quando fu il Real Madrid a saggiarla. Ebbene, noi come il Real Madrid. Noi come l’Inter allo stesso trofeo nell’anno del suo scudetto. Noi, nel tempio del calcio con Grava ed Aronica. E siamo felici così.

La settimana non procede meglio. Bestemmiamo a iosa e imprechiamo come camionisti nel giorno del sorteggio. O meglio, prima ridiamo neanche troppo tra i denti quando il Milan è abbinato al girone del Barcellona. Poi restiamo a bocca aperta quando vediamo la letterina del nostro. Punizione diabolica. Peggio non poteva andare. Neanche piovere. Già grandinava. Bayern, Villarreal e Manchester City. A me, come a tutti,  è scappato un “accippicchiolina!”. Si, credo sia proprio quello che abbiamo pensato tutti. E subito dopo ci siamo detti: “Vabbè, la Champion’s è questa. E’ una bella esperienza, ci confrontiamo con grandi squadre, andiamo in stadi prestigiosi, bla bla bla.” E nel frattempo rimbombava nella testa: “Accipicchiolina!”.

Insomma, per fortuna c’è il Palermo.

Clima di festa, cancelli aperti a tutti, nessun controllo degli zaini, nessun tornello da attivare, niente di niente. La giornata ideale per tutti coloro (?) che vengono allo stadio solo per lanciare bottiglie di vetro, per ammazzare qualcuno, per lanciare motorini dagli spalti. Eppure non ne hanno approfittato! Che il caldo avrà abbattuto anche loro?!

Sicuramente non noi! Per l’occasione in formazione speciale con due tifosi DOC, rei di aver trasmesso alla sottoscritta questa bellissima malattia. Arriviamo presto. Distinti e tribuna si riempiono prima. Noi non abbiamo avuto alcuna esitazione a scegliere il solito posto e la solita curva con i soliti compagni di viaggio. Idealmente lì con noi anche se ancora tutti in vacanza, tranne il mitico Zi’ Ciro!

La presentazione inizia, c’è il Cardinale, c’è il Sindaco, c’è il Presidente, c’è il Comico. Il primo benedice, magari con le tre dita alzate prevedendo il risultato (Miracolo!), il secondo scassa in tutto quel che fa, il terzo fa gli onori di casa, il quarto fa ridere a tratti, a seconda di come si sente il microfono! Noi siamo in Champion’s, l’impianto audio non ancora.

I giocatori sono chiamati uno ad uno, numero di maglia e nome. Il cognome, come dicevamo, dipende dal microfono. Ormai Cavani per noi si chiama Edin…

E al quinto numero chiamato c’è chi ha chiesto:“E’ stato già fatto l’ambo?”. Bella e natalizia. In quel clima torrido ci stava bene!

C’è anche l’ultimo colpo di mercato: Pandev. I tifosi interisti lo salutano sollevati, noi speriamo di salutare loro con la “manita” quando verranno in campionato. E che Pandev si ricordi delle loro battutine quando li avrà contro.

La partita comincia con una serie di rilanci strani, stop venuti male e lanci lunghi del capitano non apprezzati. Soprattutto da un gruppo di buontemponi alle nostre spalle che hanno messo a dura prova la mia pazienza e la mia sete di non violenza. Credetemi, non è bello vedere una partita della tua squadra del cuore, quella che seguiresti anche se in campo ci fossero Pappa e Ciccia, con una fila di persone che criticano ogni giocatore sceso in campo fin dal primo minuto. E sappiate tutti che al terzo posto l’anno scorso ci siamo andati con un Cannavaro che non ha i piedi neanche per salire su un autobus, con un Lavezzi che è buono solo per vendere i gelati a Mergellina, con un Aronica che zappa le zolle del San Paolo, con un Gargano inutile e con Don Camillo – chiamare Zuniga Don Camillo era per loro dal massacrarsi dalle risate! – . E ripetete questo per ogni giocatore e per ogni sacrosanta volta che toccavano la palla. Per fortuna questa non è gente che viene allo stadio spesso. Anche se sono curiosa di sapere secondo loro Inler cosa potrà fare a fine campionato!

Nessuna parola spesa per Hamsik, forse l’infortunio li ha bloccati, o per Maggio, non avranno capito il gesto magnifico a cui hanno avuto la fortuna di assistere, o per Cavani che forse non ricordavano fosse in squadra con noi.

Noi invece abbiamo avuto bocche aperte per qualche minuto alla rovesciata di Maggio e applaudito Hamsik sempre più con la consapevolezza che se gira lui gira tutta la squadra. Abbiamo anche capito che forse con Aronica non hanno tutti i torti perché con la dipartita di Ruiz  un rinforzo a sinistra ci vuole, e abbiamo apprezzato le doti criminali di Donadel che ci ha ricordato il migliore Blasi. Avviamo il toto-scommesse su quanti cartellini prenderà quest’anno!

La partita finisce 3-1, come ben sapete, contro un Palermo che senza il suo Pastore ha smarrito la strada.

E la testa è già a Manchester. Sì, lo so! C’è il Cesena prima, ma la nostra prossima partita vista dal vivo sarà in Inghilterra e quella dopo col Milan in casa.

Saranno due mesi di fuoco, ma siamo pronti!Anzi, non vediamo l’ora… magari quel gelataio di Lavezzi, quello scarparo di Cannavaro, quello zappatore di Aronica e Don Camillo possono regalarci ancora miracoli, Cardinale permettendo!